Fund Manager Survey: recessione in vista, i portafogli si orientano verso titoli difensivi

minimal, labirinto
Filip Kominik, Unsplash

L'ultima Fund Manager Survey di BofA traccia un quadro piuttosto pessimistico del sentiment degli investitori professionali. Le aspettative sulla crescita globale e sugli utili aziendali sono ai minimi storici. I livelli di liquidità sono tornati a salire e sono al di sopra dei massimi storici raggiunti durante il crollo di Lehman Brothers. Con una cifra pari al 6,1%, la liquidità dei gestori ha raggiunto il livello più alto dall'ottobre 2001.

Anche sul fronte macroeconomico le speranze continuano a essere deluse. Infatti, è già opinione comune che nei prossimi 12 mesi possa concretizzarsi una recessione economica. Il grafico che segue mostra la portata storica di questa previsione pessimistica. È un picco di negatività alla (quasi) stregua della Grande Crisi Finanziaria o delle peggiori settimane della pandemia, quando non si parlava ancora della possibilità di vaccini efficaci per contrastare il virus.

D'altra parte, l'ottimismo nei confronti della crescita globale è ai minimi storici. Si torna ai livelli dell'ottobre 2008. Questo è l'elemento che più di altri sta influenzando il posizionamento in attività di rischio. La percentuale di gestori che riconoscono di essere sovrappesati in azioni sta diminuendo drasticamente. Così come l'allocazione sovrappesata alle azioni se comparata alla liquidità è ai minimi storici (dall'ottobre 2008).

Appiattimento della curva e punto di svolta?

In quest'ultima survey figura un cambiamento molto importante che lascia presagire si tratti di un punto di svolta. Un'alta percentuale di gestori infatti ritiene che il prossimo anno l'inflazione sarà più bassa. Un livello che non si vedeva dai tempi della Grande Crisi Finanziaria. E come ricorda la Fed, aspettative di inflazione più basse significano tassi di interesse più bassi.

Questo è particolarmente rilevante perché i gestori ritengono che sarà l'inflazione a dettare il percorso delle prossime mosse della Fed. Cosa porterà la banca centrale americana a concentrarsi sulla normalizzazione nel 2022? Secondo gli intervistati sarà un'inflazione statunitense inferiore al 4 per cento.

La percentuale di esperti che non vede più un aumento dei rendimenti ha subìto una brusca inversione di tendenza. In effetti, le aspettative sui tassi a lungo termine sono ai minimi da tre anni. Quello che nel sondaggio viene definito come l'anticipazione di un appiattimento rialzista della curva.

Posizionamento: liquidi lunghi e difensivi

Il sondaggio rivela inoltre che quella attuale sia l'asset allocation più difensiva da maggio 2020. I portafogli continuano a ruotare con il ciclo economico, passando da una fase avanzata a una di recessione.

Nella variazione mensile dei portafogli si nota chiaramente questa rapida rotazione verso i difensivi. Una tendenza inedita negli ultimi mesi, nonostante il deterioramento delle prospettive economiche. Nelle ultime quattro settimane i gestori hanno aumentato le posizioni nel reddito fisso e nei settori difensivi come i beni di consumo, le utility e il settore sanitario. Al contrario, hanno venduto azioni e nicchie di valore come banche, energia o materie prime.

E rispetto all'ultimo decennio, si tratta di un posizionamento storicamente difensivo. Rispetto ai dieci anni precedenti infatti, i gestori sono molto lunghi sulla liquidità e sui settori difensivi e molto sottopesati sulle azioni, sull'eurozona e sulla tecnologia.