Fund Selector, quali prodotti stanno cercando

ciao
Matthew Waring, Unsplash

“E’ importante evidenziare che la selezione degli strumenti è stato un fattore positivo su tutte le asset class, che ha portato valore aggiunto tanto sull’equity quanto sul fixed income”, ricorda Marco Galliani, responsabile Servizio Wealth Management di Cassa Centrale Banca.

“Sulla componente obbligazionaria stiamo puntando principalmente su fondi aggregate, in modo da cercare valore sia nel mercato obbligazionario governativo che nel modo corporate investment grade che a nostro avviso ha ancora spazio di crescita in questa ultima parte dell’anno: i flussi di acquisto delle Banche centrali potranno infatti dare ulteriore spinta ai titoli societari”. Sicuramente rimane molto importante è il tema della selezione e della diversificazione, a maggior ragione in questo contesto economico così difficile. “Sulla componente azionaria stiamo prediligendo i fondi dedicati al mercato americano, cercando di mantenere sempre un buon bilanciamento fra diversi stili di gestione”.

Cassa di Risparmio di Cento è molto interessata a strumenti con una logica di costruzione dei portafogli di tipo multi-tematico: “questi ultimi stanno evidenziando una notevole capacità di generazione di extra-performance relative, ancorché con livelli più elevati di tracking error volatility. In ambito alternative, le nostre analisi e selezioni sono sempre più orientate verso strumenti che, oltre ad investire su sottostanti molto liquidi, siano in grado di offrire un buon grado di decorrelazione rispetto agli andamenti delle classi di attivo tradizionali, soprattutto nelle fasi di stress dei mercati”, spiega Mirco Bongiovanni​, responsabile Unità Gestioni Patrimoniali della banca.

In questo senso, nel corso del terribile primo trimestre 2020 la banca ha introdotto alcune strategie di tipo CTA e fondi che prendono posizioni su molteplici risk premia. “Infine, anche in ambito obbligazionario vediamo con favore strumenti con politiche di investimento di tipo unconstrained - absolute return che coprono particolari tipologie di segmenti di mercato, quali il debito societario (anche high yield) o quello emergente, che tendiamo ad impiegare insieme ad investimenti di tipo direzionale oppure, in talune fasi, in alternativa a questi ultimi”. La filosofia d’investimento di Banca di San Marino prevede prevalentemente la ricerca di prodotti direzionali, “enhanced index funds” ben gestiti e che non si prendano troppe scommesse ma che sappiano creare alpha, soprattutto nelle fasi negative di mercato. “Nel contesto attuale, con valutazioni di molte asset class che appaiono quantomeno un po’ tirate, prediligiamo quei prodotti con un beta leggermente inferiore all’unità rispetto ai rispettivi benchmark naturali e che abbiano dimostrato di avere consistentemente anche un rapporto di downside capture minore del 100%”, spiega Denis Manzi, CFA, CIPM, head of Asset Management di Banca di San Marino.

Fabrizio Carbone, responsabile Gestioni Patrimoniali di Banca di Asti conclude: “siamo alla costante ricerca di prodotti che all’innovazione, sotto l’aspetto strutturale, uniscano la comprovata solidità del gestore e del suo processo - strategia di investimento. In sostanza, non siamo alla ricerca del prodotto innovativo del momento, ma vogliamo dare solidità ai nostri portafogli scegliendo gestori che sappiano innovarsi all’interno anche di asset class tradizionali. Risulta determinante in questo, lo stretto contatto con la casa d’investimento e il gestore che viene selezionato”.