Social media e generazione Z, cresce l’attenzione per la diversity

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Clay Banks (Unsplash)

Il ruolo dei social media nel generare fenomeni di sensibilizzazione sociale e nel delineare figure di nuovi leader e activer impegnati sul fronte della diversity. Un tema più che mai attuale e al centro di una ricerca condotta nell’ambito di Opinion Leader 4 Future, il progetto triennale tra l’Alta Scuola in Media, Comunicazione e Spettacolo (Almed) dell’Università Cattolica e la struttura di media relation del Gruppo Credem, con l’obiettivo di analizzare la rilevanza e il ruolo dei nuovi leader di opinione nel panorama informativo nazionale e internazionale. Per la realizzazione dello studio, che ha riguardato 300 soggetti tra i 18 e i 25 anni (generazione Z), è stato coinvolto l’Istituto Bilendi leader di mercato nella raccolta dati.

La quasi totalità del campione ha un profilo social

L’indagine ha rilevato che il 99,7% dei componenti del target possiede almeno un profilo su un canale social con Instagram (91,7%) e Facebook (88%) in cima alla classifica e TikTok in forte ascesa (46%). In coda Twitter (43%) e LinkedIN (36%) rivolti a un pubblico lavoratore e di età più avanzata. Per il 77% dei rispondenti, i social media rappresentano uno strumento importante di sensibilizzazione sulle tematiche sociali, percentuale che sale all’81,5% nella componente femminile del campione. I giovani, in particolare, interpretano queste piattaforme come “facilitatori nella creazione di partecipazione e coinvolgimento” oltre a riconoscerne anche una funzione di supporto psicologico: strumento di auto-racconto e auto-analisi per il 79% del target femminile, mentre per il 54% del campione generale possono offrire stimoli anche per superare momenti difficili nel proprio quotidiano.

La differenza tra social media e media tradizionali, e il tema “inclusività”

Ciò che differenzia la comunicazione social da quella tipica dei media tradizionali è la possibilità di condivisione di esperienze e punti di vista. Sui social i giovani intervistati acquisiscono informazioni, si interessano a tematiche sociali, prendono posizione, si esprimono e si schierano su posizioni differenti. Tra le tematiche più sentite vi è il tema dell’inclusività, come promessa di pluralismo e coesione sociale, attraverso un effettivo dialogo con “l’Altro”. Emergono così opinion leader con una promessa esplicitamente rivolta a raccontare e valorizzare la “diversità”, creando attorno a sé community che riconoscono in loro un punto di riferimento in termini di capacità narrativa e di networking. Comprendere come questa attivazione online, si trasformi in effettive e tangibili azioni nel contesto offline rappresenta oggi un importante quesito di ricerca e sarà oggetto dei prossimi approfondimenti del progetto Opinion Leader 4 Future. “L’analisi sul tema della diversity ha evidenziato quanto stiano mutando velocemente gli influencer e i leader di opinione diventando dei punti di riferimento per la propria community non solo per i consigli di acquisto, ma anche per questioni più profonde e di notevole impatto sociale, dall’inclusione alla sostenibilità ambientale”, afferma Lucio Dionisi, responsabile media relation del Gruppo Credem.