Germano (Amundi): “Manteniamo un atteggiamento prudente e flessibile"

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Matteo Germano, Global Head of Multiassets e CIO per l’Italia, Amundi

La debolezza sul fronte commerciale, unitamente ai consumi domestici fiacchi, potrebbero favorire il potenziale contagio dei rischi dal settore manifatturiero a quello dei consumi. “Tuttavia, non interpretiamo questo dato come l’inizio di una recessione”, spiega Matteo Germano, CIO Italy e global head of Multi-Asset di Amundi. “Crediamo invece che nell’immediato futuro acquisteranno rilevanza due temi strettamente intrecciati tra di loro: l’incertezza riguardo ai movimenti dei tassi di interesse e l'ambiguità sulla direzionalità del mercato in un quadro di continuo peggioramento del contesto macro-economico”.

Inoltre, da una prospettiva (geo)politica, la situazione è caratterizzata da un nuovo governo in Italia, segnali di una conclusione della saga della Brexit e il potenziale impeachment del presidente USA. “Pertanto preferiamo mantenere un atteggiamento prudente e flessibile perché potrebbero verificarsi dei rimbalzi. In questo contesto incerto, indichiamo tre aree di convinzione tra le classi di attività”:

  • Un approccio prudente nei confronti delle azioni data la scarsa visibilità sugli utili futuri. Il valore relativo tra le azioni e le obbligazioni si sta riducendo, ma è troppo presto per adottare una posizione totalmente difensiva. “Consigliamo invece agli investitori di rimanere flessibili e di adottare delle strategie sulle opzioni per modulare in modo tattico l'esposizione e beneficiare dei potenziali rimbalzi dei mercati”. Infatti una stabilizzazione degli indici PMI potrebbe favorire le azioni, in particolare nei settori ciclici come l’energia e i beni voluttuari sia nell’UE, sia negli USA, ma le scommesse direzionali sono probabilmente ancora troppo rischiose. “Anche la rotazione dei settori potrebbe presentare delle opportunità, così come i temi domestici nei mercati emergenti, in particolare la Cina”, spiega l’esperto.
  • La caccia al rendimento continuerà perché la quantità di obbligazioni con un rendimento negativo è ai massimi storici. Le attese di un mantenimento della disciplina fiscale da parte del governo italiano creano un contesto positivo per i BTP trentennali rispetto ai bund trentennali tedeschi. “Sul fronte delle obbligazioni societarie, preferiamo quelle in euro a quelle in dollari USA e ora, da un punto di vista tattico, privilegiamo le obbligazioni HY in euro (principalmente per il carry) alla luce dell’outlook positivo sul tasso di default, dell’offerta limitata e delle politiche accomodanti della BCE”. Riguardo alle obbligazioni dei Paesi emergenti, le condizioni finanziarie complessive di questi Paesi che comprendono un carry interessante, le banche centrali accomodanti e un’inflazione modesta nei Paesi sviluppati, rappresentano degli elementi favorevoli alla ricerca di un’esposizione allo spread in questo segmento. “Per quanto riguarda le valute, crediamo che gli investitori dovrebbero continuare a cercare delle opportunità in termini di carry nel settore valutario dei Paesi emergenti, dove alcuni sviluppi positivi sul fronte commerciale tra USA e Cina ci hanno indotto ad aggiustare la nostra selezione”. I mercati si attendono delle politiche di forte sostegno da parte delle banche centrali. “Qui rimaniamo favorevoli alla duration, ma abbiamo aggiustato alcune delle nostre opinioni sui tassi reali dei titoli di Stato decennali britannici e sugli Schatz, che continueranno a essere supportati dalla politica monetaria extra-espansiva della BCE”, spiega. “Rimaniamo ottimisti riguardo alla duration USA in vista di una Fed accomodante, e quindi privilegiamo i Treasury decennali e quinquennali USA rispetto ai bund quinquennali tedeschi.
  • Infine la recessione globale, l’incertezza sulla guerra commerciale, l’incapacità delle banche centrali di agire e il rallentamento congiunturale nella zona Euro sono dei rischi che potrebbero avere un impatto sui portafogli multi-asset.“Consigliamo agli investitori di adottare delle coperture strutturali come lo yen giapponese e l’oro come tutela dal rischio di un ribasso estremo”.