Gestioni patrimoniali, come si evolve un mercato in continua crescita

Le gestioni patrominiali, in Italia, hanno un patrimonio che supera i 760 miliardi di euro. Questo totale è diviso fra GPM Retail (Mobiliare), con 77 miliardi; GPP (previdenziali), con 65 miliardi; GPF Retail (Fondi comuni di investimento), con 25 miliardi, e le gestioni patrimoniali di prodotti assicurativi, con la maggior partecipazione, raggiungendo un patrimonio di 516 miliardi di euro (68% del totale). 

Da inizi 2006 però, il mercato ha dato un giro importante. Le masse in GPF retail erano di oltre 120 miliardi, invece i prodotti assicurativi contavano su un patrimonio vicino ai 70 miliardi. Se guardiamo queste proporzione oggi, sono completamente diverse. I vantaggi fiscali e le novità di prodotto hanno permesso ai prodotti assicurativi guadagnarsi una quota fondamentale all'interno delle gestioni patrimoniali.

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Novità

L’introduzione dell’imposta di bollo, dell’IVA sulle commissioni delle gestioni patrimoniali e tra breve l’aumento della tassazione sulle ritenute finanziarie si contrappone alla riduzione dei rendimenti impliciti degli investimenti obbligazionari determinando una maggiore attenzione ai costi da parte dei clienti. Per andare incontro alle esigenze di ogni risparmiatore, ciascun player ha la sua strategia. Ma, più in generale, l’investimento in portafogli diversificati da parte degli addetti ai lavori avviene attraverso la creazione di un gestioni patrimoniali dedicate e la definizione di portafogli modello poi personalizzati. 

Il gruppo Kairos (che gestisce asset per circa 5,5 mld di euro), dispone di un’offerta diversificata di portafogli modello utilizzabili sia all’interno dei prodotti discrezionali sia nei servizi di advisory. “La funzione di model portfolio tende a valorizzare i punti di eccellenza della società”, spiega Livio Dalle, senior portfolio manager del gruppo. Nel dettaglio sono tre: capacità consolidata di creazione di alpha nei portafogli grazie all’apporto della ricerca fornita dagli analisti interni, controllo del rischio. Infine un portfolio construction realizzato dalle strutture di gestione e di advisory che gestiscono attivamente la volatilità delle diverse asset class. Ma come si strutturano i portafogli per il 2014? Continua il manager: “il profilo dei modelli di portafoglio è concepito sulla base dello studio della volatilità attuale e prospettica grazie all’uso di modelli di stress test che consentono di analizzare e pre monitorare gli scenari alternativi che possono presentarsi”. E aggiunge: “il servizio è rivolto alla clientela di alto profilo in grado di servirsi delle soluzioni di portafoglio più dinamiche e innovative”. 

L’industria è ancora tendenzialmente orientata su prodotti direzionali a ritorno relativo che derivano da una concezione del rischio prevalente nel mondo pre-crisi 2008. Spiega Alberto Albertini, ad di Banca Albertini Syz, gruppo che si rivolge tipicamente al private, che “la nostra clientela generalmente ha più di una relazione bancaria, è consapevole dei propri bisogni finanziari e spesso ha elevate competenze in materia. La nostra offerta consiste in due tipologie di servizi costruiti sulle competenze e capacità dei gestori e analisti presenti in Banca Albertini Syz & C. e nelle unità specializzate del gruppo Syz & Co. Allo storico servizio di gestione patrimoniale discrezionale, dove il cliente delega le scelte alla banca, si è affiancato a partire dal 2008 il servizio di advisory, che ha il compito di generare idee di investimento, in termini di asset allocation, attraverso portafogli modello e in termini di singole scelte. Commenta il banchiere: “Ai nostri banker spetta il compito di trasmettere le idee al cliente al quale compete la decisione finale. I costi dei nostri servizi variano in funzione del patrimonio affidatoci, in media una gestione patrimoniale prevede un costo annuo dell’1% e una commissione legata ai risultati (performance fee) del 10%. Per il servizio di advisory la commissione si aggira su 40-50 bp”. E aggiunge: “Nel caso di gruppi familiari, in particolare imprenditoriali, le competenze professionali della nostra banca arrivano a inquadrare l’investimento mobiliare nel complesso della situazione patrimoniale complessiva, degli impegni relativi alla azienda di famiglia e ai suoi piani di sviluppo anche in relazione al passaggio generazionale. In questo caso il costo è commisurato alla complessità della singola situazione e all’impegno richiesto”. 

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Strategie specifiche

Ma quali sono i parametri di definizione di un portafoglio? Secondo Marzio Zocca, responsabile gestioni individuali del Gruppo Azimut: “nel servizio di gestione patrimoniale i portafogli modello sono costruiti partendo anche dalle opinioni del comitato investimenti. L’asset allocation, così come la scelta dello strumento è demandata al singolo gestore che segue da un lato i limiti previsti contrattualmente per i diversi profili di rischio e dall’altro le indicazioni del sistema di monitoraggio del rischio”. Alla clientela private il gruppo offre una GPM multiasset, con profili di rischio personalizzati e con obiettivo di rendimento assoluto. Il profilo più conservativo prevede un’esposizione azionaria massima del 30%. Anche per il gruppo guidato da Albertini sia nel servizio di gestione patrimoniale sia in quello di advisory, i portafogli sono costruiti partendo dall’impostazione strategica data dal comitato investimenti e definisce le linee guida in base all’analisi delle varie situazioni macro-economica, politica e sociale delle diverse aree geografiche del mondo oltre che dei vari mercati. Chiude Albertini: “Questo sistema, ideato e sviluppato dalla banca, permette di fornire al cliente il servizio di consulenza nel rispetto dell’adeguatezza prevista dalla normativa MiFID. E la struttura del portafoglio del gruppo per il 2014 è stata impostata per beneficiare del contesto macro ancora favorevole alla componente azionaria ma con un focus sui possibili periodi di elevata volatilità”.