Il punto di vista di June-Yon Kim, Managing director, Portfolio manager e analyst del Lazard Japanese Startegic Equity, fondo con rating FundsPeople 2024, intervenuto a Milano in occasione di un recente incontro.
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Il secondo mercato sviluppato più grande e più profondo a livello globale, come indicato dalla capitalizzazione di mercato e dal numero di titoli, non può di certo essere ignorato. Partono da questo assunto le considerazioni di June-Yon Kim, Managing director, Portfolio manager e analyst di Lazard Japanese Strategic Equity circa le potenzialità del Giappone. Il gestore del fondo con rating FundsPeople 2024, in Lazard Fund Managers dall’agosto 2019 e con quasi trent’anni di esperienza nel campo degli investimenti, ha presentato la sua strategia in occasione di un recente incontro a Milano.
“A volte gli investitori che si approcciano a questo Paese rimangono delusi perché non sanno come affrontarlo e può essere capitato rimanessero delusi. Anche se restiamo convinti che, per investitori attivi come noi, ci sono delle enormi possibilità in Giappone, e l’inefficienza del mercato stesso consente a una percentuale più elevata di gestori attivi di sovraperformare rispetto ad altre classi azionarie”.
Un team composto da otto professionisti tra portfolio manager e analisti con una grande expertise fatta di un mix di prospettive giapponesi e occidentali che contribuisce a mettere in luce le peculiarità di questo Paese e i cambiamenti strutturali di lungo periodo che il mercato azionario giapponese si troverà ad affrontare da qui in avanti. “Un approccio che potrebbe essere definito come bi-culturale”, dice l’esperto.
Un’allocazione ad hoc
Quando si guarda al Giappone non si può non tenere conto della politica interna del primo ministro Shinzo Abe, nota ormai come abenomics, tra cui vanno ricordate una serie di politiche volte a migliorare la corporate governance aziendale. Inoltre, l’esperto menziona che solo un mese fa anche Warren Buffett si diceva positivo sul Paese. Infatti, la Berkshire Hathaway sta pianificando di emettere nuove obbligazioni in yen, alimentando in qualche modo le speculazioni che l’Oracolo di Omaha stia considerando ulteriori investimenti in Giappone.
Inoltre,nel gennaio 2023, la Borsa di Tokyo ha esortato le società quotate a intraprendere azioni per accrescere il loro valore aziendale a medio e lungo termine, promuovendo tra l'altro una “gestione consapevole del costo del capitale”.
Un altro dato da sottolineare, tornando a tempi più recenti, è il cambio di passo fatto registrare in materia di politica monetaria. Da deflazione a inflazione. Infatti, la Banca del Giappone ha abbandonato la politica di interessi negativi nella riunione di marzo scorso, una mossa storica che simboleggia la fine della deflazione in Giappone.
Non solo, un punto a favore di questo mercato risiede nell’essere, storicamente, uno con le più basse correlazioni rispetto all'indice MSCI World. E le prime 10, 20, 50 e 100 aziende in Giappone rappresentano una percentuale minore della capitalizzazione di mercato totale rispetto a qualsiasi altro mercato principale del mondo al di fuori degli Stati Uniti.
“Inoltre, riteniamo che il sistema bancario giapponese non sia sincronizzato con le controparti globali - attualmente è forte e in una fase espansiva del ciclo del credito”, dice il gestore, spiegando le potenzialità della decorrelazione soprattutto alla luce delle ultime fasi di mercato.
Il fondo
Un approccio contrarian e orientato al valore. Questi sono due elementi della ricetta del Lazard Japanese Strategic Equity in grado, secondo il gestore, di produrre rendimenti superiori nel lungo periodo. “Comprendere lo scenario scontato dal prezzo di mercato aiuta a identificare i payoff asimmetrici, con un limitato downside e un ampio potenziale di upside. Inoltre, un'integrazione olistica delle prospettive giapponesi e occidentali è essenziale, poiché gli investitori stranieri rappresentano un'ampia porzione del volume di negoziazione delle azioni giapponesi”, commenta.
Ecco come viene costruito il portafoglio: l'universo azionario giapponese circa 3.900 titoli è stato ristretto a circa 600 emittenti in base alla capitalizzazione di mercato e alla liquidità. Poi, a circa 350 società sono assegnate metriche da un analista responsabile, generalmente per settore, ma gli analisti hanno la discrezionalità di cercare nuove idee al di fuori di questo perimetro. L'analista valuta il titolo da 1 (forte acquisto) a 5 (forte vendita) in base ai fondamentali. Con altri passaggi successivi si restringe poi il campo a circa 30 titoli in portafoglio di idee ad alta convinzione.
Nel frattempo debbono essere gestiti i rischi. “Diversificando le idee di investimento, con discussione e dibattito quotidiano, ridistribuendo il capitale per ragionare sulla performance e la valutazione relativa e le nuove idee”, dice. Non solo, la governance aziendale di cui si parlava prima, è spesso più importante delle questioni ESG. “Una cattiva governance è spesso legata a rischi ambientali e sociali. La nostra esperienza suggerisce che il miglioramento della governance spesso porta a un miglioramento delle prestazioni in materia ambientale e sociale”, conclude.