La strategist degli investimenti illustra le preferenze di asset allocation per il secondo semestre del gestore svizzero. Sorprese positive dagli Usa e neutralità sull’Europa. I bond tornano a svolgere il ruolo di protezione nei portafogli.
Per accedere a questo contenuto
Dopo un primo trimestre difficile per i timori di recessione, l’inflazione persistente e la crisi sul settore delle banche regionali statunitensi, negli ultimi mesi i mercati hanno sorpreso gli investitori collezionando risultati positivi. Anche se è ancora troppo presto per dire che il peggio è alle spalle, UBS Asset Management guarda ai mesi estivi con un'opinione più costruttiva.
Certo alcune incertezze permangono: la curva invertita dei rendimenti dei treasuries indica ancora una possibile recessione, la crescita della Cina sta deludendo le aspettative e il rally dell’azionario risulta troppo concentrato in una manciata di titoli, quelli delle sette mega cap del tech statunitense (Tesla, Meta, Amazon, Alphabet, NVIDIA, Microsoft e Apple) che hanno capitalizzato la narrativa del boom dell’AI. I dati su inflazione, crescita e mercato del lavoro dei prossimi mesi saranno determinanti per comprendere l'evoluzione del contesto, così come le riunioni di fine luglio di Fed e Bce. Ma nell’attesa, alcuni segnali permettono agli investitori di guardare alla seconda parte dell’anno con un sentiment più positivo.
Azionario
“La nostra view sul mercato azionario è più costruttiva rispetto ai mesi precedenti: i segnali di calo dell'inflazione sono positivi e ci portano a pensare che la maggior parte dei rialzi dei tassi siano ormai alle nostre spalle”, afferma Teresa Gioffreda, Local Investment Strategist del gestore svizzero che ha incontrato la stampa a Milano per presentare l’outlook di metà anno. Le previsioni per la traiettoria dei tassi della strategist sono di ancora un altro rialzo da 25 bps per la Fed, giustificato da un mercato del lavoro ancora solido, e per la Bce di un rialzo ormai dato per certo di 25bps nel prossimo meeting di luglio con un’incognita per un ulteriore rialzo a settembre per un’inflazione nell’area euro che permane su livelli elevati.
Eppure secondo l’analisi di UBS AM nel complesso i dati economici hanno dimostrato nei primi mesi dell’anno una crescita più resiliente rispetto alle attese. “Ciò fa ridurre notevolmente le probabilità di una recessione nel breve”, dice Gioffreda. “Inoltre, dopo circa un anno di revisioni negative sugli utili, iniziamo ad avere sorprese al rialzo con stime che tornano a crescere”, aggiunge l’esperta.
“Per le nostre preferenze geografiche e settoriali, siamo però anche attenti alle valutazioni: sappiamo che negli Stati Uniti poche grandi aziende hanno guidato la salita del mercato, e ora possono essere più fragili a potenziali negative notizie; d'altro canto le sorprese economiche sono a favore degli Stati Uniti, pertanto preferiamo prendere esposizione alle aziende mid cap o all'indice S&P equi-ponderato”, afferma la strategist.
“Abbiamo un'esposizione neutrale sull'Europa, che mostra già segnali di rallentamento economico, ma siamo positivi sull'Italia, che presenta valutazioni interessanti, una crescita economica superiore ad altri paesi della zona Euro e forti revisioni al rialzo sugli utili nell'ultimo anno”, prosegue.
La view sui paesi emergenti del gestore svizzero continua ad essere lievemente positiva, anche se meno che in passato, principalmente per le valutazioni sono interessanti. “La Cina dovrà a nostro avviso affiancare importanti stimoli fiscali a quelli monetari per raggiungere gli obiettivi di crescita di quest'anno, ma nei paesi emergenti troviamo anche paesi come Corea e Taiwan, che iniziano a mostrare segnali di miglioramento degli utili e possono beneficiare del trend tecnologico”, osserva Gioffreda.
Obbligazionario
Con il ritorno del rendimento sui bond UBS AM trova interessante la parte obbligazionaria, al momento con una preferenza per la parte breve della curva. “Ma l'approssimarsi del termine dei rialzi dei tassi, potrebbe iniziare ad offrire interessanti opportunità anche sulle scadenze più lunghe”, precisa la strategist. “I titoli di stato hanno ripreso a svolgere anche il loro ruolo di bene rifugio all'interno dei portafogli, con la correlazione che è tornata negativa rispetto alle azioni, e i crediti investment grade, sia corporate sia emergenti, hanno rendimenti interessanti”, continua.
“Siamo invece selettivi sugli high yield, poiché se dovesse peggiorare il contesto economico potrebbero soffrire di un aumento dei tassi di default, ma i rendimenti totali elevati offrono buone opportunità ad esempio sull’Euro HY che ha un rating medio più alto e una duration più bassa del corrispettivo statunitense”, spiega.
Valute e commodity
“Siamo ora neutrali sul dollaro statunitense, visti i dati di crescita che tornano a favore del paese e il ruolo di bene rifugio, ma lo storico ritorno dell'inflazione in Giappone, con un possibile passaggio ad una politica monetaria restrittiva, potrebbe far tornare interesse sullo Yen”, dice Gioffreda.
Infine, il gestore mantiene esposizione alle materie prime. “In genere fanno bene in contesti di inflazione superiore al 3%, ma i dati di crescita globale in rallentamento e inferiore alle attese in Cina ci portano a passare da un sovrappeso alla neutralità”, conclude.