Un ricerca di Excellence Consulting sfata un mito: i giovani esprimono una forte propensione al risparmio. Ma servono più strumenti digitali.
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L’idea di un risparmio gestito dedicato ai giovani è ancora un po’ azzardata. Le nuove generazioni non hanno certo le stesse sicurezze economiche delle vecchie (pandemia a parte), eppure una ricerca sfata il mito: oltre il 40% dei giovani investe e più del 70% rappresenta un bacino potenziale di clienti per proposte di investimento nei prossimi due anni. Buona, poi, la propensione al rischio: più del 60% vede nell’investimento una fonte per ricavare reddito. A dirlo è la ricerca “Il segmento giovani: capacità di risparmio, strumenti di pagamento e prodotti di investimento” di Excellence Consulting ed Excellence Education, società di formazione e change management del gruppo, effettuata a inizio 2021 su 300 giovani tra i 25 e i 34 anni, rappresentavi della popolazione italiana per sesso e area geografica. Secondo lo studio, infatti, i giovani esprimono una forte propensione al risparmio, ma vorrebbero essere più assecondati dalle banche attraverso strumenti come carte di credito e app dedicate all’investimento.
Pagamenti digitali, un must
“In Italia - spiega Maurizio Primanni, CEO di Excellence Consulting - le banche commerciali e le reti di consulenti, per citare solo le principali in termini di customer base: Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco-BPM, BPER, Fideuram, Mediolanum, Fineco, Banca Generali, hanno l’esigenza di gestire il fenomeno del passaggio generazionale dei patrimoni e di rilanciare la loro relazioni con le fasce di clientela più giovane. Spesso sul mercato si parla dei giovani adottando degli stereotipi: clienti mass market, con capacità di risparmio e inclinazione agli investimenti di lungo periodo ridotte. Il pregio di questa ricerca è quello di sfatare questi miti: i giovani già utilizzano e apprezzano gli strumenti digitali per i pagamenti, hanno in generale capacità di risparmio e vogliono investire per accumulare patrimoni finanziari. Sta alle banche più interessate all’argomento trarre le conseguenti deduzioni in termini operativi per cogliere l’opportunità. Le banche leader di domani è presumibile che saranno quelle che oggi riusciranno a raccogliere meglio il favore delle generazioni più giovani”.
La maggioranza degli intervistati, infatti, predilige pagamenti digitali con punte dell’80% al Nord e la metà risparmia almeno il 30% del proprio reddito. Nel dettaglio della survey, la metà degli intervistati ha già un conto corrente disponibile, il 33% anche due. Tra gli strumenti prevale senza ombra di dubbio il digitale: l’87% ritiene i pagamenti digitali più pratici del denaro contante, l’85% più sicuri. Per questo più della metà dei giovani si affida agli acquisti tramite carta di debito, credito e perfino e-wallet. Le app oggi disponibili sul mercato vengono utilizzate con elevata frequenza da una larga fetta dei giovani: spesso (25%), sempre (22%), mai (20%), a volte (19%), raramente (14%).

Il 22% fa già investimenti finanziari
Per quanto riguarda il risparmio, il 28% degli intervistati vi destina oltre il 30% delle entrate, il 20% fino al 30%. Gli obiettivi per cui i giovani risparmiano sono diversi, dall’affitto o acquisto della casa ai viaggi dagli hobby, sport e tempo libero agli acquisti rilevanti, dal fondo di emergenza per eventi inattesi alla formazione, dal matrimonio o convivenza all’assicurazione integrativa. Ma c’è un 22% di giovani che destina già i suoi risparmi agli investimenti finanziari. La possibilità di investire nei prossimi due anni, poi, è considerata probabile. Tra le funzionalità disponibili sulle app, il 69% stima vantaggiosa la possibilità di definire un piano di risparmio personalizzato, il 67% la creazione di salvadanai personalizzabili in base agli obiettivi prescelti; il 58% l’arrotondamento per eccesso delle spese effettuate con mezzo di pagamento e contestuale deposito in un salvadanaio digitale, il 53% la possibilità di utilizzare il risparmio per accedere a forme di investimento direttamente dall’app. Il 64% è interessato a investire per ricavare un reddito, il 29% per proteggere il risparmio, il 7% per fare attività speculative. L’orizzonte ideale per gli investimenti è: da uno a tre anni (48%), oltre tre (43%).


Trasparenza dei costi, prima scelta
Per la scelta dell’investimento tramite intermediario il 63% si rivolgerebbe alla propria banca, il 29% a istituzioni specializzate private italiane, il 18% a startup/fintech, il 16% a istituzioni pubbliche, l’11% a specializzate private internazionali. Le caratteristiche rilevanti di un intermediario di investimento sono: disponibilità di strumenti digitali (90%), trasparenza dei costi (89%), convenienza dei costi (86%), affidabilità del brand (86%), qualità/ampiezza della gamma prodotti (80%), rendimenti storici dei prodotti (76%), presenza di un referente dedicato (73%). “Tramite questa ricerca - affermano i responsabili Carlo Liotti, Partner ed Head of Payment Practice di Excellence Consulting e Mario Morelli, AD di Excellence Education e professore a contratto di Market Research presso l’Università Roma Tre - abbiamo voluto analizzare il rapporto dei giovani col denaro, i pagamenti, il risparmio, gli investimenti e le banche. Un tema fondamentale. Si pensi alle piattaforme fintech, dove sempre più spesso le soluzioni di pagamento sono affiancate a quelle di risparmio e investimento per valorizzare le relazioni costruite in poco tempo. I giovani, che evidenziano una sostanziale capacità di risparmio e disponibilità a investire in prodotti ad accumulazione e con orizzonti di medio-lungo periodo, chiedono che gli strumenti attualmente utilizzati per i pagamenti digitali consentano anche la possibilità di gestire il risparmio ed accedere ad investimenti ad accumulo come i Pac”.