GIPS sotto esame: Assogestioni coordina la risposta italiana

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Sierragoddess, Creative Commons, Flickr

Lo scorso agosto sono state poste in consultazione una serie di importanti modifiche ai Global Investment Performance Standards destinate ad entrare in vigore a partire dal 2020. La consultazione in corso rappresenta il punto di arrivo di un lavoro di revisione e aggiornamento degli standard ampio e approfondito. Assogestioni, animatrice del comitato italiano sponsor dei GIPS, ha attivato un confronto aperto a tutti gli stakeholder con l'obiettivo di coordinare la risposta alla consultazione da parte dell'industria italiana.

I GIPS fissano regole comuni per il calcolo e la presentazione delle performance degli investimenti delle società di gestione e sono ampiamente riconosciuti dalla comunità finanziaria internazionale. Introdotti per la prima volta sul finire degli anni '90 su iniziativa dell'AIMR (oggi CFA Institute, ndr), gli standard trovano di norma applicazione nel contesto del business istituzionale. Specificatamente nell'ambito dell'informativa che gli asset manager inviano ad asset owner come fondi pensione, fondazioni o compagnie di assicurazione, in risposta all'attivazione di procedure pubbliche per la selezione dei gestori degli investimenti.

Le modifiche proposte intervengono in diversi punti dei GIPS e si spingono fino ad innovare in maniera radicale alcuni profili di particolare rilievo. Tra le novità più importanti merita certamente di essere citato il superamento del concetto di composito quale unità di analisi esclusiva per il calcolo e la rappresentazione dei rendimenti. Questa innovazione viene attuata attraverso un duplice intervento: da un lato la società di gestione avrà la facoltà di escludere dai compositi i fondi comuni, a condizione che le relative strategie non siano offerte sotto forma di gestioni di portafoglio. Dall'altro lato si prevede l'introduzione di un tipo di report ad hoc per i prodotti di gestione collettiva, che però è reso obbligatorio solamente per i fondi "a distribuzione limitata", vale a dire per i fondi riservati agli investitori istituzionali. L'obiettivo di queste modifiche è assicurare l'applicazione dei requisiti metodologici e di trasparenza degli standard nell'ambito dei prodotti per la clientela professionale; ma al tempo stesso evitare che questi si sovrappongano, interferendo negativamente, con le norme previste un po' in tutti i Paesi in materia di disclosure dei prodotti di investimento destinati alla clientela retail.

Un'altra novità di rilievo consiste nell'introduzione di una maggiore flessibilità nel trattamento degli effetti dei flussi di cassa nell'ambito della metodologia di calcolo delle performance. In particolare viene prevista la possibilità di optare per il calcolo di rendimenti money-weighted in luogo di quelli time-weighted per i compositi e i fondi comuni con riferimento ai quali il gestore abbia il controllo dei flussi di cassa. Tale opzione è riconosciuta a condizione che i prodotti in questione siano chiusi a nuove sottoscrizioni, abbiano una scadenza prefissata o siano investiti in maniera significativa in strumenti illiquidi.

Un'ultima menzione merita l'incorporamento negli standard delle disposizioni relative all'applicazione dei GIPS anche da parte degli asset owner, finora contenute in linee guida separate. Pur non trattandosi di una novità in senso assoluto questa operazione ha tuttavia un evidente significato 'politico': allargare l'area di influenza dei GIPS promuovendone l'adozione anche al di fuori della tradizionale platea degli asset manager, fino ad includere i rispettivi clienti istituzionali. E che questa iniziativa possa avere buone possibilità di successo lo testimonia la mossa di CalPERS, uno dei più grandi fondi pensione del mondo, che proprio all'inizio del 2018 ha annunciato di aver aderito ai GIPS.

Attualmente 85 dei primi 100 gruppi di gestione su scala globale aderiscono ai GIPS. Insieme questi gestiscono più di 46 mila miliardi di dollari di risparmi, pari al 60% circa degli asset gestiti a livello mondiale.