Archiviato un primo trimestre nero per i mercati, gli asset manager internazionali si interrogano sulle prospettive dei fondamentali, sui nuovi trend e le potenziali opportunità degli investimenti in equity.
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Il primo trimestre del 2020 rimarrà a lungo nella memoria degli investitori. A seguito dello shock del Covid-19, hanno attraversato un periodo di volatilità senza precedenti, con rilevanti perdite sulla maggior parte delle asset class. La velocità del crollo ha colto tutti di sorpresa: ad esempio l'S&P 500 è sceso del 30% dal suo punto massimo di febbraio in soli 22 giorni di trading, registrando il più rapido calo della storia. Anche i danni all’economia reale sono stati abbondanti a causa delle misure di lock down che hanno semiparalizzato interi Paesi, con ingenti perdite su PIL e posti di lavoro. “Ciò che distingue in modo sostanziale il crollo del 2020 dagli episodi precedenti è l’eccezionale rapidità̀ della caduta dei prezzi azionari. Nelle fasi iniziali le vendite sono avvenute in modo del tutto indiscriminato, ma non è raro osservare nella classe di attivi un’omologazione di questo tipo in periodi del genere”, osserva Filippo Rima, head of Equities di Credit Suisse AM.
Le conseguenze della pademia sull'economia USA
Dopo il rilascio del dato del PIL degli Stati Uniti nel primo trimestre, in caduta del 4,8%, e del dato sull’occupazione in aprile, con la perdita di 20,5 milioni di nuovi posti di lavoro, Goldman Sachs ha rivisto le sue previsioni economiche. Secondo i calcoli della banca statunitense in aprile la spesa per i servizi al consumo è scesa del 20% rispetto ai livelli pre-virus. Sono crollate le spese di trasporti, hotel e intrattenimento e anche la spesa sanitaria è diminuita. La stima sulla produzione manifatturiera è diminuita di circa il 25%, guidata da un arresto quasi totale della produzione automobilistica. “La nostra nuova previsione sul PIL prevede un colpo annualizzato trimestrale leggermente più intenso nel secondo trimestre (-39% contro il -34%) seguito da una ripresa più rapida nel terzo trimestre (+ 29% contro + 19%). In termini annuali, prevediamo -12,6% nel secondo trimestre, -7,3% nel terzo trimestre, -5,4% nel quarto trimestre e -6,5% per il 2020 nel suo complesso, il tutto leggermente al di sotto delle nostre previsioni precedenti”, osservano.
In questo scenario secondo Vincent Chaigneau, head of Research di Generali Insurance Asset Management, le speranze di un recupero a forma di V sono limitate. “Le fasi a forma di ‘V’ sono simmetriche: la produzione, l'occupazione e gli utili aziendali (tutti crollati a un ritmo record) non torneranno invece presto ai livelli pre-crisi. La domanda subirà gli effetti del secondo tempo dell’epidemia. Le aziende hanno assunto più debiti, il che porterà le imprese ad accumulare liquidità (meno assunzioni e investimenti). Le attività cicliche hanno arrancato sia durante il crollo del mercato, sia nel rimbalzo. Ciò riflette una fondata cautela in merito al recupero”, spiega.
Nella crisi del dopo Covid-19, Daniel Seiler, head of Multi Asset di Vontobel Asset Management, prevede minori difficoltà sul fronte dell’azionario che su quello delle obbligazioni societarie, che hanno registrato un sell-off più severo. Seiler suggerisce quindi di andare lunghi con l’equity, che al momento sembra godere del beneficio delle politiche monetarie della Fed. “Il vantaggio dei titoli azionari è di non avere una data di scadenza mentre le obbligazioni societarie ne hanno in genere una di pochi anni, per cui la loro valutazione dipende dalla loro capacità di servire il debito ora”, spiega Seiler. In questo scenario secondo l’esperto, “Solo i mercati sviluppati, dotati di banche centrali intraprendenti e dotate di una forte ‘potenza di fuoco’, saranno in grado di mantenere le aziende in difficoltà al di sopra del livello dell’acqua per un periodo di tempo prolungato. E solo le aziende che operano in settori con forti tassi di crescita a lungo termine al di là della crisi dovuta al Coronavirus, saranno in grado di resistere ai potenziali aggiustamenti al ribasso dei tassi di crescita globali dopo che saranno emersi tutti i danni provocati dall’epidemia”, afferma.
Nuovi trend e opportunità del dopo Covid
Per David Eiswert, gestore del fondo Global Focused Growth Equity di T. Rowe Price spesso dalle crisi nascono anche delle opportunità: “Stiamo assistendo a una forte accelerazione nell'adozione di nuove tecnologie. Un settore favorito è quello del cloud, sempre più in voga tra le aziende, via via che lo smart working viene percepito di meno come una soluzione solo temporanea”, dichiara. “Nel rimbalzo che si è registrato sui mercati azionari nelle ultime settimane, i titoli growth statunitensi sono stati in pole position, mentre i settori value sono hanno avuto risultati più contrastati. Tuttavia, crediamo nel potere del cambiamento e nella spinta generata dai periodi di crisi”, conclude.
Filippo Rima situa le opportunità del dopo covid in quattro aree: sicurezza, robotica, digital health ed edutainment, tematiche “che stanno sperimentando o sperimenteranno un’accelerazione”, dichiara. “Da quando l’home office è diventato una necessità, stiamo assistendo ad un’accelerazione della domanda di soluzioni di sicurezza che consentono l’upgrade di firewall e proteggono i sistemi dai virus. Altro tema è la robotica: i robot svolgeranno un ruolo fondamentale nella ridefinizione della produzione e anche il settore dei servizi è destinato a divenire sempre più automatizzato”, spiega. “Il Covid-19 ha fatto nascere numerosi dubbi sugli attuali servizi sanitari; non c’è quindi da meravigliarsi che la tendenza verso il digital health stia accelerando rapidamente. Infine l’edutainment con la ‘gamification’ della formazione e l’impiego della tecnologia dell’intrattenimento allo studio da casa”, conclude.