Fondi tematici: caratteristiche, vantaggi e principali rischi

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Scott Graham (Unsplash)

Negli ultimi anni i fondi tematici si sono fatti sempre più spazio nei portafogli istituzionali e retail. Tanto che, secondo uno studio pubblicato da BNP Paribas AM e Coalition Greenwich, l’88% degli investitori wholesale e il 36% di quelli istituzionali attuano già strategie tematiche o intendono farlo.

Non sorprende quindi che le masse gestite da questi prodotti abbiano registrato una forte crescita negli ultimi anni. In particolare, Morningstar ha analizzato le cifre dello sviluppo delle strategie tematiche su scala mondiale nel suo report Global Thematic Funds Landscape 2021. Gli AuM dei fondi tematici ammontano a 596 miliardi di dollari, il triplo rispetto ad appena tre anni fa, e rappresentano già il 2,1% del patrimonio totale gestito dai fondi azionari globali. L’Europa è la regione che investe maggiormente nei tematici con una quota del 51%, quasi il doppio rispetto al 28% degli Stati Uniti.

In questa voce del glossario spieghiamo quali caratteristiche deve avere un fondo per essere considerato tematico; tuttavia precisiamo che non esiste una definizione univoca: questa dipende dalla filosofia applicata dalle singole società di gestione.

Che cos’è un fondo tematico?

Il fondo tematico può essere visto come un’evoluzione dei fondi settoriali nati negli anni ’90, ma in realtà è molto di più. Gli investimenti tematici non seguono le mode e i trend del momento, ma cercano di cavalcare le tendenze che plasmeranno il futuro.

Per questo motivo il loro universo di investimento è molto più ampio rispetto a quello dei prodotti settoriali. Lo spiega Vafa Ahmadi, head of global thematic equities di CPR AM, la controllata di Amundi specializzata in investimenti tematici: “I fondi appartenenti a uno stesso settore possono produrre rendimenti molto diversi. Il focus tematico parte invece dall’analisi delle dinamiche strutturali che riguardano tutti i settori per selezionare le società che vi sono più esposte e sono quindi in grado di registrare una crescita superiore a lungo termine”.

Le differenze rispetto ai fondi settoriali

Un’altra caratteristica distintiva dei fondi tematici (nella maggior parte dei casi prodotti globali) è che spesso non fanno riferimento a un benchmark, perché non esiste un indice con cui confrontarsi o perché l’indice disponibile non è pienamente rappresentativo.

A differenza dei fondi settoriali, inoltre, investire in fondi tematici richiede un’ottica strategica e non tattica, perché i trend analizzati si sviluppano su un orizzonte di più lungo periodo.

Come si individuano i temi di investimento?

Così come non esiste una definizione univoca di fondo tematico, non esiste neanche una metodologia specifica per individuare un trend, ma entra in gioco semmai la capacità dei singoli team di analisi e ricerca delle società di gestione. Ad esempio, Hans Peter Portner, head of thematic equities di Pictet AM, una delle case di gestione pioniere in questo segmento, spiega che il suo team utilizza come base concettuale i megatrend globali a lungo termine definiti dal Copenhagen Institute for Futures Studies: “Dall’interazione tra queste tendenze di lungo periodo nascono le idee di investimento tematiche, ciascuna delle quali offre un’esposizione a una serie di megatrend. La condizione è che il relativo universo sia sufficientemente ampio, confrontabile per dimensioni alla sua controparte tradizionale, facile da diversificare e liquido” spiega l’esperto.

Come si misura l’esposizione di un’azienda a un determinato tema?

L’impatto di un tema concreto su un’azienda varia a seconda della società di gestione e dei filtri che applica, come ad esempio la purezza. “Per noi è essenziale che i gestori di fondi tematici siano in grado di quantificare la purezza per i propri clienti, ossia che possano calcolare con esattezza la quota degli utili attribuibile a un determinato tema” afferma Beatriz Barros de Lis, head of distribution for Americas di AXA IM. Secondo la casa di gestione francese, un’azienda che ad esempio genera il 10% dei profitti da un certo trend presenta una bassa purezza. Per Pictet AM, “l’esposizione minima a ogni tema deve essere compresa tra il 20 e il 50% dei ricavi o degli utili” sostiene Portner.

Quali sono i vantaggi degli investimenti tematici?

I fondi tematici comportano vantaggi innegabili per gli acquirenti, ma anche per i venditori. Il vantaggio principale per gli investitori è che sanno sempre come impiegano il loro capitale, poiché si tratta di prodotti di immediata comprensione. Per i gestori, questo tipo di strategie presenta una minore volatilità dei flussi, perché gli investimenti tendono a essere effettuati su un orizzonte temporale più lungo e sono meno soggetti alle variazioni di breve termine dei mercati.

Quali sono i rischi?

Come tutti gli investimenti, anche i fondi tematici comportano rischi, soprattutto se si tiene presente che l’offerta tematica si concentra sostanzialmente sull’azionario o sugli strumenti alternativi.

Uno dei rischi maggiori è che il profilo dell’investitore non sia allineato all’orizzonte di lungo periodo necessario per sfruttare i trend. “Gli investimenti tematici comportano una serie di trappole che è bene evitare. Il rischio principale è che l’orizzonte di investimento del tema non corrisponda alla pazienza e alla propensione al rischio dell’investitore” spiega Vafa Ahmadi.

Esiste anche il rischio di un’eccessiva concentrazione dell’esposizione se il tema è troppo specifico e l’universo di investimento non è sufficientemente ampio. Sasha Evers, head of European retail distribution di BNY Mellon IM , raccomanda quindi di “evitare i temi basati su un universo di dimensioni ridotte o con uno scarso potenziale di espansione”.