Spread creditizio: cos'è e come si comporta nelle fasi di rialzo dei tassi?

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Foto ahockley, Flickr, Creative Commons

Perché si parla tanto di spread creditizio? Che cos’è? Lo spread indica l’extra rendimento offerto dai corporate bond rispetto ai titoli di Stato di pari scadenza. Il differenziale tra questi due valori è strettamente collegato alle condizioni dell’economia reale. Quando l’economia tira, gli investitori chiedono un premio al rischio contenuto e quindi lo spread creditizio è più ridotto; quando l’economia è in affanno, come nell’attuale fase di incertezza, gli investitori esigono un premio al rischio molto più alto, che fa ampliare lo spread.

Il differenziale esprime la fiducia dell’investitore nella solvibilità dell’emittente. Come spiega Tressis nel suo blog, lo spread “è basso quando le probabilità di default sono modeste e sale quando queste aumentano”.

Cosa succede se lo spread creditizio si allarga?

Il prezzo dell’obbligazione scende, ma il rendimento sale. Tuttavia, gli esperti sottolineano anche un altro aspetto. Questo fenomeno può far crescere la sfiducia nel futuro, dato che a una scadenza più lontana nel tempo corrisponde in genere un differenziale più alto a causa del rischio e dell’incertezza associati agli investimenti a lungo termine.

Qual è l’inclinazione normale della curva del credito?

Dipende dalle aspettative dei mercati sugli sviluppi economici, dato che la curva del credito è un barometro dell’economia.

Se la curva presenta un’inclinazione positiva, ci troviamo in una fase di forza economica: gli investitori si aspettano un’evoluzione positiva nel lungo periodo e pertanto richiedono un premio al rischio più alto per le scadenze lunghe rispetto a quelle brevi.

La curva si appiattisce quando il rendimento è lo stesso sul breve e sul lungo termine.

E si inverte se “i rendimenti a lunga scadenza sono inferiori rispetto a quelli a breve”, spiegano gli esperti di Tressis. Questa situazione potrebbe infatti segnalare che l’emittente è a rischio di default o ha gravi problemi di finanziamento.

Che rapporto c’è tra spread e rialzi dei tassi?

I continui rialzi dei tassi di riferimento hanno permesso alla liquidità di tornare a offrire rendimenti competitivi, mentre gli asset rischiosi si sono deprezzati. Al tempo stesso, gli spread creditizi più elevati sommati ai maggiori rendimenti delle obbligazioni governative fanno crescere i rendimenti per gli investitori. Ma non è tutto oro quel che luccica e ci sono altri fattori da non trascurare.

L’aumento dei tassi di riferimento ha lo scopo di ridurre l’inflazione e la domanda aggregata. In altre parole, i rialzi dei tassi rendono più impegnativo il contesto in cui operano le aziende e generano tensioni economiche e finanziarie.

Con la progressiva revisione al ribasso degli utili e dei margini reddituali, a fronte di un bilancio messo sotto pressione dal debito e dalla leva, non mancheranno tensioni sul fronte finanziario e casi di default. Il deterioramento dei fondamentali metterà alla prova gli spread e non si esclude un aumento della volatilità.