La Grecia è tornata di scena, non solo quale meta delle vacanze di molti ma ha fatto il suo rientro sui mercati finanziari, per restarci. I numeri ci sono tutti: nel 2017 la Grecia crescerà del 2,1% circa e del 2,4% nel 2018. Una crescita, questa, trainata soprattutto da investimenti e consumi: non è un caso che anche la disoccupazione sia scesa al 21,7% dal 27,9% che era nel 2013. Il tutto con un avanzo primario che lambisce il 3% del PIL, dal 15% di deficit che era prima della crisi. Le riforme strutturali adottate in questi ultimi anni hanno contribuito al graduale aggiustamento degli squilibri macroeconomici della Grecia. Se si guarda al deficit di bilancio e ai saldi di conto corrente sul PIL, si è passati da valori negativi in doppia cifra al sostanziale equilibrio nel 2016. Tuttavia, nonostante i significativi progressi sui conti fiscali e su quelli con l'estero, la definitiva ripresa della crescita economica è ancora lontana. Dal 2008 a oggi, il PIL ha subito una contrazione del 25%, mentre il debito pubblico è continuato ad aumentare, raggiungendo circa il 180 % del PIL a fine 2016. A fine anno il tasso di crescita del PIL dovrebbe attestarsi all' 1,7%, secondo le ultime stime di Bruxelles. In Grecia, il 45% di tutti i prestiti bancari è ancora in condizioni di sofferenza (non-performing). Tutto ciò influisce negativamente sulla redditività delle banche greche e sulla loro capacità di fare credito alle imprese e famiglie.
Grecia: com'è stato il ritorno sui mercati?

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