Le preoccupazioni per i dati positivi provenienti da Oltreoceano (che non inducono a sperare in una riduzione dei tassi di interesse in tempi brevi); le criticità cinesi legate al settore immobiliare e alla crescita; e l’inflazione in area euro (che si confronta con i crescenti rischi di recessione). Sono diversi i punti sotto osservazione nell’outlook di settembre di Generali Investment. Thomas Hempell, head of Macro & Market Research della società si sofferma soprattutto sul “dilemma politico” che deve affrontare la Bce nel mese. Il rimando va alla “elevata crescita salariale nell’area dell’euro” che indica “pressioni sui prezzi nei servizi, dove il lavoro rappresenta una quota elevata dei costi di produzione”.
Il dilemma
Il dilemma, come suggerisce l’esperto, è legato all’atteggiamento della banca centrale, che “dopo aver ignorato per troppo tempo il superamento del livello di inflazione post-pandemia” si trova nella scomoda posizione di dover proseguire con le attuali politiche monetarie. Tuttavia lo scenario macro dà conto di una serie di indicatori in rallentamento, in primis gli indici PMI, Ifo ed ESI “che hanno tutti deluso aspettative già contenute e prefigurano una contrazione nel terzo trimestre, sollevando preoccupazioni di recessione”. E proprio su questo rallentamento si fonda la stima di una “pausa” nei rialzi dei tassi alla prossima riunione della Bce, prevista per il 14 settembre (e anche per la Fed, che si riunisce il 20 del mese).
Un atteggiamento “aggressivo” nelle comunicazioni
Le mosse di Fed e Bce, dunque, sommate “a un’ulteriore debolezza dei dati economici”, lasciano presagire “rendimenti moderatamente inferiori”. Tuttavia, Hempell rileva come i due istituti non escludano ulteriori rialzi (parla di un “atteggiamento aggressivo” nelle comunicazioni), e questo probabilmente impedirà un rally obbligazionario più forte.
“Continuiamo a prevedere ulteriori difficoltà per gli asset più rischiosi, in particolare azioni e credito High Yield, mentre il credito Investment Grade più sicuro potrebbe rafforzare la propria resilienza e beneficiare dell’interessante carry”, sottolinea l’esperto che, richiamando le aumentate probabilità di una recessione nell’Eurozona e i crescenti problemi nell’economia cinese, invita alla cautela sui mercati in termini prospettici.
Timori sulle prospettive di mercato
Nubi gravano, infatti, sulle prospettive degli utili “soprattutto nell’area dell’euro, poiché i margini saranno messi sotto pressione dall’aumento del costo del lavoro, l’esaurimento dei risparmi in eccesso dei consumatori e il rallentamento della domanda complessiva”.
Hempell ricorda poi come anche le valutazioni azionarie rimangano “tese”. “Il rapporto P/E dell’indice S&P500 si aggira intorno a 19x, livello simile a dove era nell’aprile 2022”, afferma l’esperto ricordando come all’epoca, “i rendimenti reali statunitensi a 10 anni erano vicini allo zero mentre a fine agosto erano vicini al 2%”. Un ultimo focus va al posizionamento sul rischio degli investitori, che il professionista definisce “ottimista” in quanto “il recupero del sentiment, rispetto ai livelli molto inferiori osservati durante le difficoltà bancarie di marzo, ha sostenuto gran parte del rally azionario all'inizio dell'estate, ma recentemente si è trasformato in un lieve freno. La crescita vacillante nell’area euro, una previsione di recessione più lieve per gli Stati Uniti e una successiva svolta da parte della Fed – conclude – creeranno ulteriori ostacoli al cambio EUR/USD prima che possa riprendere la sua ascesa più avanti nel corso dell’anno”.