I fondi richiesti dagli investitori nel post Brexit

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lilivanili, Flickr, Creative Commons

L’esito del referendum ha stravolto tutti i piani degli investitori. C’è chi sta già riposizionando i propri portafogli e che ha iniziato a interessarsi a determinati prodotti. L’obiettivo, in ogni caso, è preparare i portafogli in vista del breve-medio termine. Ogni società di gestione sta vivendo questo momento in maniera diversa. Da Goldman Sachs AM, per esempio, rilevano una chiara intenzione da parte degli investitori di proteggere i propri portafogli con l’incorporazione di fondi monetari. "Cosa accadrà non è ancora chiaro e siamo ormai in estate, un periodo in cui la liquidità nei mercati è normalmente più bassa. Si tratta di una reazione molto simile a quella prodottasi a seguito del fallimmento di Lehman Brothers". Di fronte a questo scenario, la società afferma di aver registrato un aumento della domanda di fondi di liquidità da parte dei suoi clienti, nello specifico della gamma GS Liquid Reserves. "In periodi di incertezza così alta, l’investitore è consapevole che cash is king", fanno sapere.

Secondo BNY Mellon, l’indice FTSE 100 ha retto particolarmente bene essendo formato da molte società esportatrici che beneficieranno del forte deprezzamento della sterliana. Più importante, in questo caso,  è l’esposizione alla sterlina e quella dei portafogli rispetto al deprezzamento della divisa. Dalla società non hanno rilevato un notevole riposizionamento dei portafogli dei propri clienti. Gli investitori - aggiungono - stanno analizzando la situazione. "Il mercato è molto volatile e non è il momento di prendere decisioni a caldo. Il lato positivo è che gli eventi hanno colto i clienti in posizionamento difensivo, adottato dopo le turbolenze registrate dai mercati nel primo trimestre".

Molti investitori, dunque, hanno deciso di dare maggior peso in portafoglio a strategie di tipo difensivo, tra le quali l’absolute return. Questa tipologia di prodotto è quello più raccomandato in questo momento da società come J.P.Morgan AM da cui fanno sapere che "gli investitori cercano strategie non correlate con i prodotti che hanno in portafoglio. La richiesta di informazioni in questo senso è aumentata. Alcuni investitori hanno ridotto il rischio nei propri portafogli, sebbene molti per ora si mantengano in modalità wait and see".

Rispetto all’obbligazionario, in AXA IM apprezzano una maggiore domanda di fondi di credito USA a divisa coperta, prodotti del mercato obbligazionario globale e titoli legati all’inflazione con divisa coperta, che consentono di prendere parte all’importazione dell’inflazione britannica senza soffrire per il crollo della sterlina. Sono solo alcune delle tante opzioni a disposizione degli investitori.

Da Amundi suggeriscono due alternative. "La prima è rivolgersi a prodotti monetari denominati in dollari e scappare dall’euro. La seconda è cercare di utilizzare la volatilità del mercato come una classe di asset a sé stante, approfittando dell’instabilità del mercato come fonte di rendimento attraverso strategie di volatilità. Si tratta di un asset poco relazionata con altre classi di asset, come abbiamo visto nei giorni scorsi. Quando le borse cadono con forza, la volatilità sale alle stelle. Un modo per difendere i portafogli, quindi, è diversificarli con un prodotto di volatilità. L’importante, in ogni caso, è proteggere i portafogli per cercare di ammortizzare gli shock in condizioni di incertezza, con strategie che offrano poca o nessuna correlazione reale", sostengono dalla società.