La pandemia da Covid-19 ha dato una scossa a due questioni molto importanti: ha riportato al centro dell’interesse mondiale il tema salute e ha puntato i riflettori sulla lotta al cambiamento climatico. “La domanda di servizi sanitari è in forte crescita a livello mondiale, sia a causa dell’invecchiamento della popolazione nelle aree sviluppate, sia grazie all’incremento del reddito pro capite nelle economie emergenti”, esordisce così Sabrina Principi, head of Business Development ETF & Index Solutions di BNP Paribas Asset Management, introducendo i primi due focus della loro offerta tematica. L’innovazione in ambito medico può aiutare a far fronte alla maggiore domanda, grazie allo sviluppo di nuove cure e all’efficientamento del settore attraverso la robotica o la telemedicina. “È qui che vediamo maggior valore”, ribadisce la manager.
Se la crisi da Coronavirus da un lato è riuscita a sdoganare il telelavoro, dall’altro ha messo in risalto il problema del cambiamento climatico, esaltato dai lunghi periodi di lockdown globale. “L’ambizioso obiettivo del net zero del 2050 richiede ingenti sforzi e capitali per decarbonizzare i processi di produzione e promuovere combustibili alternativi per la sostenibilità economica”, prosegue la Principi. La transizione verso un’economia sostenibile non può concretizzarsi, senza considerare obiettivi precisi di biodiversità, se si pensa che il 50% del PIL mondiale dipende proprio dalle risorse naturali, che non sono inesauribili. “Per tal ragione c’è particolare necessità di investire nel ripristino degli ecosistemi, dare una spinta alle energie rinnovabile e all’economia circolare e blue economy”, sottolinea.
In questo contesto macroeconomico si aggiunge il megatrend geopolitico, a cui BNP Paribas AM punta particolarmente nella costruzione dei suoi portafogli e guarda alla Cina. “La Cina ha ruolo sempre più dominante nella scacchiera globale e non può più considerarsi una mera componente dell’asset class relative ai mercati emergenti”, fa notare la responsabile dei prodotti indicizzati. Con un peso di circa il 32% nell’indice MSCI EM e poco meno del 4% nell’indice AC World, si stima ancora una crescita del 6% per i prossimi anni, quando l’Occidente arriverà a malapena al 2%. “Non mancano quindi le opportunità di medio-lungo termine in questo Paese e i riscontri indiretti su settori ciclici e di mercato come, ad esempio, quello delle materie prime “, conclude.
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