Jeremy Cunningham, investment director per il fondo con doppio rating Blockbuster (B) e Consistente (C) Capital Group Euro Bond Fund, spiega a FundsPeople quali sono le attese per il fixed income del Vecchio Continente.
Il debito sovrano europeo rappresenta stabilmente oltre il 50% del portafoglio del fondo Capital Group Euro Bond Fund (LUX), prodotto con doppio rating Blockbuster (B) e Consistente (C) FundsPeople per il 2020. Il team di gestione con responsabilità sullo strumento è dunque fortemente concentrato sull’analisi e la valutazione delle misure di politica monetaria e fiscale allo studio da parte delle autorità del Vecchio Continente per comprendere come potranno contrastare la crisi innescata dall’emergenza Covid-19.
“Le recenti mosse della BCE hanno contribuito a limitare alcuni dei rischi in termini di spread nei Paesi periferici, soprattutto con l'inclusione per la prima volta della Grecia nel suo programma di acquisto di obbligazioni. Rimane comunque molta incertezza, anche a causa della crescente ondata populista in Paesi come l'Italia”, spiega Jeremy Cunningham, investment director della casa di gestione statunitense. “Manteniamo un approccio equilibrato ai mercati europei nel cercare di sfruttare le opportunità create dalle turbolenze del mercato, data l'elevata volatilità e i cambiamenti del contesto di mercato. Siamo sovrappesati per quanto riguarda la duration nei mercati core attraverso i titoli di Stato, cerchiamo tuttavia di sfruttare anche alcuni mercati periferici dove troviamo livelli di spread significativamente più ampi”, aggiunge entrando nello specifico dell’attuale posizionamento del Capital Group Euro Bond Fund (LUX).
Alta convinzione e indipendenza su singole porzioni di portafoglio
Il centro della filosofia di gestione del prodotto è il processo denominato Capital System, progettato per consentire ai singoli gestori di portafoglio di investire con un approccio ad alta convinzione, limitando al contempo il rischio associato a un processo decisionale isolato. “Il fondo è suddiviso in quote, ciascuna gestita in modo indipendente da gestori di portafoglio esperti con background, età e approcci d'investimento diversi”, rivela il manager.
Distintivo non solo del prodotto in esame ma dell’intera gamma della casa di gestione fondata a Los Angeles proprio durante la Grande Depressione, è l’approccio di lungo termine portato avanti nel corso di una lunga storia di navigazione attraverso diversi cicli di mercato.
Titoli di stato e societari, il futuro dei rating
Se le recenti misure monetarie e fiscali hanno aiutato a scongiurare il rischio di un tracollo finanziario, il vero impatto economico del virus, secondo Cunningham, è ancora molto incerto, “soprattutto perché molti paesi rimangono in lockdown”. “Il rischio di downgrade rimane quindi elevato, in particolare per Paesi come l'Italia, che sono stati duramente colpiti dal virus, e avrà un impatto significativo sulla crescita economica del Paese, che ha anche alti livelli di debito sovrano rispetto ad altri Paesi”, specifica. I downgrade sono una preoccupazione fondamentale anche sul fronte delle obbligazioni societarie. “Le agenzie di rating saranno probabilmente più veloci nel rivalutare alla luce dell'incertezza economica di quanto non lo siano state durante la crisi finanziaria globale, e qualsiasi declassamento dei titoli sovrani potrebbe trascinare nell’high yield anche società di investment grade altrimenti resilienti dal punti di vista dei fondamentali”, completa.
Un quadro non semplice da affrontare, ma decidere come agire, conclude il manager, è anche una questione di prospettiva. “Come dice il nostro vicepresidente Rob Lovelace, è come guardare attraverso una valle. Non sappiamo esattamente quanto sia profonda o larga quella valle, ma sappiamo che un giorno arriveremo dall'altra parte. Per i gestori di lungo termine come Capital Group questo si traduce nel pensare a come sarà il mondo tra cinque o più anni, cercando di individuare i vincitori di domani in modo da sapere dove investire ora”.