Il 2023? Per Eurizon è un anno “che ha sorpreso in positivo”

Covip News
Ajeet Mestry (Unsplash)

Un anno che finora “ha sorpreso in positivo” per quanto riguarda la tenuta della crescita economica a livello globale e l’andamento dei mercati (soprattutto per le attività di rischio), ma in cui “il tema d’attenzione numero uno” continua a essere l’inflazione. La consueta analisi mensile di Eurizon, a cura di Andrea Conti responsabile macro research & product specialist è chiara sull’elemento di disturbo ancora presente sui mercati. Elemento che va a incidere, necessariamente, sulle scelte di politica monetaria. Conti usa la metafora della “sabbia negli ingranaggi”, con riferimento all’attuale “lenta fase di discesa dell’inflazione core”, inficiata anche dal recente rialzo dei prezzi del petrolio (che tuttavia non rappresenterebbe una ripresa della fiammata inflazionistica, ma potrebbe rallentare il processo di disinflazione). Di conseguenza “Il calo dell’inflazione core in USA e in Eurozona sarà uno dei temi di osservazione per i mesi finali dell’anno”. Tuttavia, mentre i dati dagli Stati Uniti parlano di una “tenuta” dell’economia, l’Eurozona inizia a mostrare segni di rallentamento, con i consumi che risentono di un’inflazione ancora elevata, mentre la mancata accelerazione cinese pesa sugli scambi commerciali.

Le banche centrali

Altro tema che, come dice l’esperto “è quello che poi lega l'economia ai mercati”, sono, appunto, le decisioni delle banche centrali. Sul fronte dei tassi, l’opinione di Conti è che “siamo ormai nelle fasi finali”, anzi, si è probabilmente completato. Le aspettative dei mercati, d’altronde erano per tassi di interesse al 5,5% negli Stati Uniti e al 4,5% in Eurozona “livelli a cui le banche centrali sono  arrivate con le ultime mosse”. Raggiunto il livello atteso dal mercato, bisogna guardare a ciò che accadrà adesso, ma dopo l’estate la prospettiva di tassi fermi per qualche tempo per poi lasciare spazio alla discesa nel 2024-2025 è cambiata: “Si pensa che il taglio dei tassi sarà relativamente modesto e inferiore alle attese, con l'idea che negli Stati Uniti i tassi si possono stabilizzare al 4% e in Europa il livello di equilibrio possa essere al 3%”. Questo cambio di prospettiva ha riportato un po’ di volatilità sui mercati obbligazionari coi tassi a breve termine, “questo però rende i mercati obbligazionari ancora più interessanti di quanto non fossero già solo un paio di mesi fa”. Le parti brevi intermedie delle curve sono quelle più stabili (in quanto si scorge la fine del rialzo dei tassi futuri), mentre le parti sul lungo termine sono risalite “perché vanno a scontare dei tassi di equilibrio per i prossimi anni un po' più alti di quello che si pensava alcuni mesi fa”.

L’asset allocation

Alla luce di queste considerazioni, data la combinazione di tassi elevati sulle scadenze brevi/medie e le attese per un proseguimento del rallentamento macro, aumenta l’interesse per i mercati obbligazionari core. Anche le attività di rischio presentano valutazioni interessanti, ma potrebbero risultare volatili in un contesto di rallentamento macro e banche centrali ancora focalizzate sull’inflazione.

Sul fronte fixed income, dunque, il giudizio è positivo sui titoli governativi di USA e Germania, mentre “in un contesto in cui il mercato ragiona su tassi di interesse che scendono in futuro (ma scendono poco) il momento è positivo per il mercato del credito, cioè per le obbligazioni a spread”, afferma Conti. La preferenza all'interno del mondo del credito rimane per i titoli investment grade: “In questo momento un portafoglio diversificato di titoli investment grade europeo rende quanto il BTP però è più efficiente dal punto di vista della diversificazione”, commenta l’esperto.  Sul fronte equity il giudizio è neutrale in quanto “sui mercati azionari è in corso una correzione dopo un anno estremamente positivo: la vera sorpresa del 2023”. Il rialzo delle quotazioni è avvenuto per tutti i mercati a fronte di utili in calo, “ne consegue che le valutazioni sono ora meno interessanti rispetto all’inizio dell’anno”. Infine, lato valute, Eurizon conferma il giudizio neutrale sul dollaro e adotta un giudizio positivo sullo yen.