Il boom dei fondi a cedola è alla frutta?

frutta
foto: autor Consy2007, Flickr, creative commons

Sono stati campioni di raccolta nel 2014. E continuano ad essere in testa anche nel 2015: il 50% dei 10 fondi più venduti nei primi tre mesi di quest'anno sono a cedola. Secondo una recente analisi di Prometeia, società di consulenza e ricerca economica e finanziaria, i fondi comuni target date "con quasi 30 miliardi di euro di raccolta netta nel 2014 (da poco più di 20 del 2013), hanno costituito quasi 2/3 della raccolta netta delle SGR di matrice bancaria e, data la rilevanza di questo canale, il 35% dei flussi complessivi del 2014, mentre sono pressoché assenti nelle politiche di offerta delle reti di promotori e degli operatori esteri. Circa l’80% della raccolta netta dei fondi comuni target date è costituita da prodotti che si prefiggono l’obiettivo di erogare una cedola, molto diffusi anche tra i fondi comuni non a scadenza".

Eppure, nonostante queste cifre da record, i recenti cambiamenti che hanno investito i mercati finanziari, in particolare l'effetto del QE e il calo dei tassi d'interesse,  sta spingendo gli investitori a rivedere i propri portafogli. "La rilevanza dei fondi comuni a scadenza è in riduzione di oltre 10 punti percentuali rispetto al 2013, per il cambiamento delle politiche di offerta del canale bancario", dice Prometeia. "Tale flessione è più evidente sui dati semestrali, con la raccolta netta dei fondi comuni target date in riduzione tra il primo e il secondo semestre dell’anno e la loro incidenza sui flussi totali passata dal 45% del primo semestre al 30% circa nel secondo semestre del 2014". 

Qual è allora la tendenza degli investitori? Secondo gli ultimi dati pubblicati da Assogestione i flessibili restano i prodotti preferiti della clientela retail, con sottoscrizioni per circa 6,9 miliardi, in quanto offrono maggiori rendimenti grazie a un mix di prodotti diversificati con un profilio di rischio tendenzialmente basso o definito prima. La clientela istituzionale invece preferisce i fondi azionari e obbligazionari.  "In particolare, rispetto al 2013 la raccolta netta è quadruplicata per i prodotti obbligazionari a oltre 25 miliardi di euro grazie alle buone opportunità di rendimento per la crescita dei prezzi dei titoli di debito", dicono da Prometeia. "In sintesi, la maggiore propensione degli investitori a detenere strumenti finanziari in grado di partecipare agli andamenti dei mercati e, potenzialmente, di produrre una redditività più interessante di quella cedolare conseguibile sottoscrivendo direttamente i titoli di debito agli attuali tassi di interesse ha sostenuto (e continuerà a sostenere) la crescita degli strumenti di risparmio gestito.

I fondi comuni a finestra hanno svolto la funzione di riavvicinare i risparmiatori italiani al mondo del risparmio gestito e di favorire un allungamento dell’orizzonte di investimento, ma è in atto un’evoluzione delle politiche di offerta per confrontarsi con il mutato contesto finanziario caratterizzato da uno scenario prolungato di bassi tassi di interesse e da minori opportunità sui mercati alla luce dei rialzi importanti dei principali indici azionari e obbligazionari nell’ultimo biennio prodotti dall’allentamento delle politiche monetarie", concludono gli esperti della società.