Il testo delle nuove regole deve essere pubblicato entro 20 giorni nella Gazzetta Ufficiale e gli Stati membri avranno più di due anni per il recepimento.
Un mese dopo l'approvazione da parte del Parlamento Europeo della proposta di modifica dell'attuale direttiva sui mercati degli strumenti finanziari ( MiFID ), il Consiglio dell'Unione Europea ha adottato detta proposta nell'assemblea generale tenutasi lo scorso martedi 13.
Seguendo il calenderio fissato dall’UE, in 20 giorni i nuovi regolamenti dovranno essere pubblicati nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea e gli Stati avranno più di due anni, invece dei soliti sei mesi per recepire la Direttiva ed il Regolamento. Vale a dire, 30 mesi dopo la sua pubblicazione, la nuova normativa si dovrà cominciare ad applicare tra la fine del 2016 e gennaio 2017.
Parallelamente a questo processo per finalizzare l'adozione delle nuove norme, l'autorità di vigilanza europea ESMA dovrà elaborare e pubblicare le norme tecniche di esecuzione della normartiva, cioè deve farsi carico del Livello 2. Cosa per la quale sta già lavorando e che dovrebbe essere pronta entro la fine dell'anno, affinchè nuovamente il Parlamento e il Consiglio si mettano a lavoro per adottare i rispetti atti delegati. In pratica, sia la Direttiva che il Regolamento hanno ancora una lunga strada da percorrere e, sebbene il regolamento (MiFIR) è immediatamente applicabile e non necessita di recepimento, che invece è previsto per la direttiva (MiFID), entrambe le leggi sono state disegnate per lavorare insieme.
La dichiarazione dell’Italia
Tra i documenti forniti ieri dal Consiglio UE, si includuno le dichiarazioni della Commissione e di paesi come Italia, Svezia, Francia e Spagna per quanto riguarda i testi adottati .
Nel caso dell’Italia, si apprezza l'accordo globale raggiunto sulla revisione della direttiva sui mercati degli strumenti finanziari (MiFID/MiFIR). Tuttavia, l’Italia sostiene la Commissione nel deplorare alcune delle proposte volte a migliorare la trasparenza dei mercati finanziari non-equity, compreso il mercato del debito sovrano, e che non sono state approvate dai co-legislatori. L'Italia è, inoltre, a favore di un'adeguata revisione in futuro della materia della trasparenza, al fine di soddisfare gli ambiziosi obiettivi della proposta iniziale della Commissione.
Nel complesso, sia il testo della Direttiva e del Regolamento comprende "la distinzione tra consulenza come si è intesa fino a questo momento e consulenza indipendente". In questo modo, si legge nel testo, "quelle entità che scelgono di fornire consulenza indipendente non possono richiedere incentivi o retrocessioni da terzi".