Il diritto a commissioni adeguate dei gestori (realmente) attivi

Andrea Boggio, head of Italy, deputy head of Continental European Sales, Jupiter Asset Management
Andrea Boggio, head of Italy, deputy head of Continental European Sales, Jupiter Asset Management

Secondo le ricerche prevalenti, la fascia dei fondi attivi è destinata a crescere in maniera importante nei prossimi 3-5 anni. (31%, fonte BCG Global Asset Management, 2019). Ecco perché anche in questo momento di forte crescita per gli investimenti passivi e di limitazione da parte delle reti di consulenza del numero delle case di gestione partner, non mancano le opportunità per gli asset manager realmente attivi, in grado cioè di dimostrare la propria differenza rispetto ad ETF e fondi indicizzati.

Crescere nel mercato retail. Una missione impossibile?

“Il nostro più importante obiettivo per il 2020, ma anche per il successivo biennio”, rivela Andrea Boggio, country head per l’Italia e deputy head of Continental European Sales di Jupiter AM, “è quello di diventare più conosciuti nel mondo retail italiano”. “Una crescita che potrebbe apparire come una missione impossibile per come è cambiata la distribuzione dopo MiFID II, con le reti che stanno operando una maggiore selezione degli asset manager con cui lavorano, con limitazioni anche nei confronti di partner di grosso calibro”. “Il nostro ottimismo deriva dalla convinzione che essere realmente distintivi sia un valore fondamentale e dimostrabile da parte di chi è in grado di distanziarsi dalla media del mercato e dal consensus”, aggiunge.

Quei prodotti con commissioni da fondo attivo che forniscono, con lievi modifiche, un’esposizione al benchmark sono destinati a scomparire”, dichiara inoltre Boggio. La pressione sulle fee vista da questa angolazione rappresenta, secondo il responsabile per l’Italia e deputy head of Continental European Sales di Jupiter AM, un’opportunità. Nonostante un tale posizionamento determini un restringimento della platea di clienti potenziali, permette di insistere su alcuni aspetti realmente rilevanti per chi opera la selezione dei prodotti in cui investire o da rendere disponibili alla clientela. “Il diritto di chiedere delle commissioni da gestore attivo deve oggi essere guadagnato con i fatti e con la riconoscibilità della distanza dal benchmark”, completa il manager.

La centralità della fund selection

In questo cammino ha acquisito sempre maggiore importanza la figura del fund selector. Una professionalità che è emersa progressivamente negli ultimi anni, sottolinea Boggio. “Mettere a fattor comune la selezione di un fondo sia per investire sia per collocarla al pubblico è un’ottima idea. Una specializzazione molto interessante che per chi fa il gestore attivo non ha comportato una grossa differenza, anzi quasi un vantaggio rispetto al passato. Essere selezionati da un professionista in grado di cogliere nel dettaglio tutte le specificità di uno strumento di investimento è molto favorevole per chi ha una gamma di qualità e realmente differenziante rispetto alla media di mercato”, afferma Boggio.

Un argine anche nei confronti di fenomeni di adverse selection, ancora presenti, seppur parzialmente, in Italia, specifica Boggio. “Se una rete applica come sola logica di selezione chi offre più contributi in termini di formazione e marketing, è molto probabile che saranno selezionate le case peggiori. Questo perché chi ha difficoltà nel dimostrare la validità della propria gamma ha anche maggiore bisogno di escamotage esterni per essere selezionato”.

Strategie in focus

Quattro sono le expertise più rilevanti per la prosecuzione della crescita di Jupiter AM in Italia. La prima è l’obbligazionario flessibile. “Trovare un rendimento accettabile con un rischio contenuto nel mondo dei bond è un compito molto complesso”, fa notare Boggio, “ed essendo tra i pochi asset manager ad aver dimostrato di saperlo fare continueremo a puntare su questa expertise, soprattutto in Italia, mercato da sempre fortemente orientato all’universo fixed income”. La seconda è rappresentata dal multi-asset, area fortemente cresciuta nella casa di gestione britannica dopo l’arrivo a febbraio 2018 del gestore Talib Sheikh, proveniente da J.P. Morgan AM. Ultime due tendenze segnalate da Boggio e definite come più dipendenti dalla richiesta dei clienti sono il credito dei mercati emergenti e l’obbligazionario emergenti short duration.