Il martedì nero di una crisi tutta (e solo) politica

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foto: Antonello Tanteri, Creative Commons, Flickr

L'incertezza della situazione politica tiene gli indici di Piazza Affari sulle montagne russe, in balia delle dichiarazioni e delle indiscrezioni che si susseguono sui possibili sviluppi per la formazione di un nuovo governo. Dopo l'ondata di vendite delle ultime due sedute la Borsa tenta un rimbalzo (il Ftse Mib ieri sera ha chiuso a +2%), in attesa di capire se tornerà in auge l'ipotesi di un esecutivo politico. Dopo il colloquio informale di ieri mattina con il presidente della Repubblica, il premier incaricato Carlo Cottarelli ha infatti deciso di prendere tempo perché “sono emerse nuove possibilità per la nascita di un governo politico”. Come a dire, si riparte tutti dal via.

È chiaro che la giornata di martedì per operatori e investitori è stata parecchio convulsa: “Il rendimento dei Btp a dieci anni è salito di 50 bps, lo spread ha sfiorato i 300 punti base e il tasso a due anni è triplicato a 2,75%. Aspetti di portata storica con variazioni giornaliere tra le più estreme degli ultimi 25 anni”, commenta Miriam Berizzi, responsabile investment advisory di Anima SGR. “A preoccupare sono stati ovviamente i risvolti politici: i mercati avevano cominciato a prezzare uno scenario di campagna elettorale infuocata, nella quale il voto avrebbe potuto essere presentato come un referendum sulla permanenza o meno nell’euro dell’Italia. Oggi la possibilità di fare un governo politico ha allentato le tensioni e il rendimento a due anni è in calo di oltre 100 bps”, continua l’esperta.

Visti i numeri (sul fronte azionario le banche hanno perso quasi il 9% in due giorni) questo martedì nero è sembrato per alcuni evocare la crisi finanziaria del 2011. Un confronto complesso, in realtà, che Filippo Di Naro, direttore investimenti del gruppo Anima, smentisce rapidamente. “Allora la crisi era legata allo stato della finanza pubblica che oggi è indubbiamente migliore. Stiamo parlando di una crisi essenzialmente politica: la preoccupazione dei mercati è cresciuta per potenziali provvedimenti scritti dal governo incaricato che avrebbero potuto portare ad una situazione più critica per le nostre finanze pubbliche”, dice il manager. Insomma, misure di politica monetaria espansiva senza adeguate coperture finanziarie non sarebbero gradite ai mercati, per questo sarà importante valutare l’orientamento rispetto alle autorità europee e alle scelte di politica fiscale del nuovo governo. “Dal punto di vista macro fondamentale siamo in una situazione migliore rispetto al passato. Chiaramente l’incertezza continuerà a pesare e la volatilità resterà alta, ma se la ricomposizione politica sarà rapida non dovrebbero esserci danni a medio termine”, continua Filippo Di Naro. Tanto più che una cosiddetta Italexit equivarrebbe a un procedimento lungo e complesso. Senza contare che non tutti gli italiani ne sarebbero contenti. Secondo un sondaggio commissionato da Anima, infatti, il 59% degli elettori italiani non vorrebbero uscire dal mercato della moneta unica

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Insomma per gli esperti di Anima questa non è altro che una crisi politica che si riverbera sui mercati. “La nostra view è da tempo cauta e prudente, ma non è legato alla crisi attuale bensì al fatto che il ciclo economico è molto avanzato. Ad oggi non abbiamo mosso i portafogli, ma non è esclusa qualche opportunità. Molti gestori obbligazionari stanno osservando la situazione per capire se questo livello di tassi è interessante per entrare in gioco”, afferma il direttore investimenti di Anima.

Non è un caso, infatti, se uno dei principali fondi obbligazionari mondiali sta analizzando da vicino la situazione italiana, come ha confermato Nick Gartside, responsabile globale per gli investimenti di Jp Morgan AM alla Reuters. “Penso questa disconnessione tra rendimenti ed economia sia avvenuta a causa della politica. Se si guarda all’Italia in maniera strutturale, è in uno stato ragionevole. Quindi, quando c’è questa situazione di volatilità, si creano delle opportunità”. Gartside ha tagliato il giudizio sul proprio portafoglio di debito italiano a 'neutral' poco prima dello scoppio delle turbolenze sul mercato e sta ora valutando le opportunità per rientrare, ma ha aggiunto: “Il problema è la tempistica, perché l’evoluzione politica è difficile da comprendere”.