In occasione del Salone del Risparmio, Saverio Scelzo, presidente e amministratore delegato di Copernico Sim SpA, racconta il ruolo del consulente ai tempi di MiFID II.
Saverio Scelzo, presidente e amministratore delegato di Copernico Sim SpA, spiega al mondo della consulenza che non bisogna temere MiFID II. “Il ruolo del consulente finanziario è orientare le scelte strategiche dei risparmiatori in relazione ai loro investimenti. Non più come promotore (o venditore) di un prodotto ma come consulente di un servizio basato sulle reali esigenze dei propri datori di lavoro: i clienti”. Per oltre 20 anni, infatti, i promotori finanziari (lo dice il nome stesso) hanno promosso i vari prodotti forniti dalle mandanti; il grado di complessità, però, nel corso del tempo è aumentato e questo modo di operare è stato superato dal tempo. “Il fatto che un paio di anni fa l’Albo abbia cambiato il nome da promotori finanziari a consulenti finanziari non deve rimanere solamente una modifica nella denominazione quanto piuttosto nel modo di operare fornendo, quindi, un servizio di tipo consulenziale ai clienti”.
Si può far convergere gli interessi primari dei clienti con le spinte commerciali delle società? “Senza co-interesse non può esistere nessuna struttura efficiente. Ci può essere co-interesse tra gli attori in campo abbandonando una volta per tutte i conflitti di interesse? Solo nei rapporti dove esiste un co-interesse reciproco ci può essere un continuo e duraturo rapporto nel tempo di crescita, sviluppo e collaborazione”, spiega Scelzo.
La finanza comportamentale è stata una pietra miliare per il promotore finanziario e molto probabilmente è l’unico aspetto della finanza che può essere trasferito anche al consulente finanziario. “Il rapporto con il cliente, infatti, con le sue reazioni, con i suoi stati d’animo può e deve generare del valore aggiunto solo se letto ed interpretato da una persona competente. Ma ciò non basta perché oltre a questo è sempre più importante una reale conoscenza del mercato e delle sue dinamiche, degli strumenti ed una diversa velocità di esecuzione. Siamo nell’era della modernità, dobbiamo mantenere comunque alcuni principi del passato ma altresì dobbiamo evolverci verso un futuro volto a mantenere e sviluppare quelli che sono gli interessi dei nostri datori di lavoro, i nostri clienti”, conclude il presidente.