Flessione per l’economia britannica nel secondo semestre del 2023. Taglio dei tassi anticipato della BoE più probabile. Ma il mercato del lavoro resistente potrebbe ritardare la decisione.
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Il Regno Unito è ufficialmente entrato in recessione tecnica. L'economia britannica ha registrato una flessione del Prodotto Interno Lordo (PIL) del -0,1% nel terzo trimestre 2023, seguita da un calo pari al -0,3%, nel quarto trimestre. Si parla di recessione “tecnica” quando un Paese segna una variazione del PIL negativa per due trimestri consecutivi. Il dato indica una fase di stagnazione economica persistente nella seconda metà dello scorso anno per il Regno Unito.
“Il dato del PIL di dicembre è stato marginalmente superiore alle aspettative, ma le revisioni al ribasso dei dati di ottobre e novembre hanno reso negativo il quarto trimestre”, analizza Stephen Payne, portfolio manager di Janus Henderson. Ma, secondo l’esperto, l'economia del Regno Unito sta sostanzialmente toccando il fondo. “La contrazione della crescita è stata molto lieve nel secondo semestre. Gli indicatori economici più tempestivi indicano un quadro in miglioramento fino alla prima metà del 2024”, osserva.
Tomasz Wieladek, Chief European Economist di T. Rowe Price, cerca di inquadrare il dato: “La debolezza della produzione è dovuta a una serie di categorie specifiche. Il maltempo di dicembre ha portato a un calo maggiore del solito nel settore delle costruzioni. Le esportazioni si sono ridotte molto più rapidamente delle importazioni. La generale perturbazione degli scambi commerciali dovuta agli attacchi nel Mar Rosso avrà fatto la sua parte”, spiega. Il dato preoccupante è che i consumi privati si sono ridotti dello 0,1% nel quarto trimestre. “Tuttavia, il calo dei consumi privati è stato rivisto a -0,9% nel terzo trimestre, il che significa che, sebbene i consumi privati si siano ancora ridotti, si tratta di un miglioramento”, spiega l’esperto che prevede che questa debolezza non dovrebbe durare a lungo. “La recessione rimarrà tecnica, cioè non si estenderà al mercato del lavoro. Il tasso di disoccupazione è diminuito in questi due trimestri”, osserva.
Incertezza politica
La notizia giunge all’inizio di un anno di elezioni politiche nel Regno Unito che si dovrebbero tenere nel secondo semestre. “Non gioca certo a favore del governo, anche se non è del tutto inaspettata, dato l’attuale scenario di inflazione e tassi d’interesse elevati e considerato il rallentamento della crescita che il Regno Unito registra da anni”, analizza Jack Amy, portfolio analyst di Moneyfarm. “La questione più urgente è che, negli ultimi 15 anni, il tenore di vita nel Regno Unito è rimasto stagnante: un tema che rende necessaria una revisione radicale dell'economia, delle infrastrutture e dello sviluppo delle competenze”, osserva.
Probabile taglio anticipato dei tassi
I gilt hanno registrato un lieve rialzo in risposta ai dati, in quanto, a margine, aumentano le probabilità di un taglio anticipato dei tassi di interesse da parte della Banca d'Inghilterra. L’Istituto aveva previsto il 50% di possibilità di recessione nelle sue proiezioni, ma l'entità della contrazione della produzione influenzerà il dibattito sulla politica monetaria. “Riteniamo che il momento più probabile per un taglio dei tassi sia la seconda metà del 2024, poiché la BoE continuerà a seguire con attenzione il mercato del lavoro”, spiega Wieladek. “Tuttavia, la contrazione di questa mattina aumenta i rischi di un taglio anticipato”, afferma. “In ogni caso, riteniamo che il mercato del lavoro rimarrà resiliente e rigido di fronte alla debolezza della produzione, proprio come in altri paesi europei”, dice.
Prevista volatilità sui Gilt
Secondo l’esperto, in questo contesto, è probabile che i mercati finanziari continuino a essere divisi in due direzioni: da un lato, la debolezza dei dati sull’inflazione CPI a breve termine e la debolezza dei dati sulla produzione indurranno i mercati a prezzare ulteriori tagli e i Gilt a salire, in linea con un ciclo di politica monetaria più tradizionale; dall'altro lato, un mercato del lavoro resistente e salari ‘vischiosi’ porteranno probabilmente a prezzare meno tagli e a un crollo dei Gilt. “Guardando avanti, è quindi probabile che i mercati dei Gilt vedranno una forte volatilità”, dice Wieladek.