Le tensioni sui Paesi emergenti sono sempre più presenti. Per questo, insistono analsiti e gestori, quando si tratta di mettere in portafoglio le valute di questa asset class, è fondamentale essere selettivi e capaci di distinguere un Paese dall’altro.
Continua la discesa del rublo, pur di fronte alla decisione da parte della Bank of Russia di procedere con un rialzo di tassi dal 9.5% al 10.5%, al fine di contenere l’inflazione, che è sempre più alta, e i timori di potenziali pressioni sui prezzi in aumento, dovute anche ad aspettative che vedono la maggior parte degli investitori istituzionali ancora dubbiosi sul futuro della divisa russa. Spiega Matteo Paganini, capo analista FXCM che “questo conferma come ci si trovi d’innanzi a tensioni riguardanti i Paesi emergenti e la Russia in particolare, per cui, come ribadiamo da tempo, attenzione a valutare acquisti di valute Brics, che potrebbero rimanere sotto pressione fino a quando i prezzi dell’energia non si risolleveranno. E anche su questo settore vediamo rischi di ulteriori ribassi”.
In riferimento, poi, alla definizione della seconda tranche relativa alle operazioni di Tltro da parte della BCE, con la quale sono stati allocati 129.8 miliardi di dollari (che vanno ad aggiungersi agli 82 richiesti dalla prima tranche), conclude l’analista, “ci siamo posizionati sotto le attese della Banca Centrale Europea, che era pronta a stanziare 400 miliardi e questo fortifica in noi le aspettative di un futuro QE europeo che allo stato dell’arte attuale, continuiamo a stimare tra febbraio ed aprile del 2015”.