Ecco la view sulle economie globali di Marco Vailati e Serge Escudé, dell’ufficio ricerca e investimenti di Cassa Lombarda.
Per accedere a questo contenuto
In Eurozona, nonostante i tempi difficili, continua la crescita. “I PMI dell’eurozona sono coerenti con una ripresa ciclica modesta che dovrebbe essere mantenuta nel 3° trimestre con differenze tra paesi come la debolezza francese e la forza in Germania dove sono solidi gli ordini all’export nonostante la fiacca del commercio”, fanno sapere da Cassa Lombarda. Il consensus prevede un PIL del 3° trimestre a +1.6% a/a dal +1.2% del 2° trimestre. “La crescita dovrebbe essere sostenuta dalla riduzione dei prezzi delle materie prime, la ripresa dei redditi reali, l’aumento della competitività all'export dopo la svalutazione dell’euro, dalle condizioni di credito più vantaggiose grazie alla BCE”. Questa settimana l'Ifo dovrebbe calare, trainato dalle preoccupazioni relative alla Cina. Germania e Spagna pubblicheranno i preliminari sull'inflazione di agosto vicino allo zero. Infine, le maggiori informazioni sulle elezioni greche anticipate a settembre potrebbero essere motivi di nuova volatilità sul mercato.
Quanto all’Inghilterra, l’inflazione totale rimane ancora ben al di sotto del target della BoE e dovrebbe restare bassa nel breve termine, a causa della forza della sterlina e di un nuovo calo del petrolio. Le vendite al dettaglio evidenziano come la forza della domanda domestica sia sostenuta dall’aumento dei redditi reali, occupazione e fiducia, nonché dal miglioramento delle condizioni creditizie, rendendo prossima la conclusione l’era dei tassi ai minimi storici. “Tuttavia la BoE ha anche evidenziato che l'inversione della politica monetaria, quando partirà, sarà comunque molto graduale. La previsione del mercato è che attenderà fino 1° trimestre 2016 per aumentare i tassi. Questa settimana esce la seconda stima del PIL attesa in conferma”.
E gli Usa?
Fanno sapere da Cassa Lombarda che la crescita è prevista moderata. Nel verbale della FED di luglio la maggior parte dei membri ritiene che le condizioni per un consolidamento della politica monetaria non siano state ancora raggiunte e solo alcuni hanno sottolineato che ci si sta avvicinando quel punto. I governatori concordano nell’affermare che servono addizionali informazioni macroeconomiche prima di optare per la prima stretta monetaria. “Dunque non si è fatta chiarezza sulla possibilità di un rialzo dei tassi a settembre. Tanti economisti sembrano convinti che il mercato del lavoro sia vicino alla piena occupazione, uno dei due obiettivi del mandato della Fed, ma che le pressioni al ribasso sull'inflazione dato il calo dei prezzi energetici, manderà fuori portata questo secondo obiettivo entro fine anno”. La FED si riunirà il 16-17 settembre e la maggioranza degli economisti prevede che alzerà il tasso ufficiale. Di fatto con una previsione di crescita moderata, la Federal Reserve dovrebbe agire a settembre ma le pressioni blande di inflazione implicano che il ritmo di inasprimento durante il 2016 sarà molto graduale. Questa settimana l’attenzione si porterà sulla seconda lettura del PIL e sulla conferenza di Jackson Hole su dinamica inflazionistica e politica monetaria nella quale interverranno tutte le principali banche centrali.
Infine, dati poco confortanti sulla Cina. “I dati dei PMI sono ancora poco confortanti con tutti i sotto indici deboli, in particolare si segnala il calo dell’export. Il sostegno politico è stato insufficiente a compensare la debolezza dell’immobiliare e delle esportazioni insieme al calo della fiducia a seguito del crollo del mercato azionario. Nonostante le autorità cinesi adotteranno ulteriori supporti monetari e fiscali per evitare una rallentamento marcato, il mercato è consapevole che le queste siano di fronte a difficoltà strutturali non facili da superare con i mezzi già messi in atto nel 2008 e negli anni successivi”. Pil debole in Giappone. Nel 2° trimestre il Pil registra una contrazione inferiore alle attese, ma sufficiente per fare ritenere probabili nuove misure espansive da parte della banca centrale. L'economia, in parte colpita dal rallentamento cinese, ha risentito anche del calo dei consumi privati, ciò rende difficile un rimbalzo sostenuto nel 3° trimestre.
Questa settimana è importante il dato sull’inflazione attesa in calo. E nei paesi emergenti, come Brasile e Turchia, la situazione è difficile e la politica è instabile. Sul primo, vendite al dettaglio deboli, inflazione alta e disoccupazione in aumento. Questa settimana è atteso il Pil del 2° trimestre in ulteriore peggioramento. In Turchia, “la Banca Centrale ha lasciato invariato i tassi deludendo le attese del mercato che propendeva per un aumento, la lira turca è scesa al minimo storico. La decisione è stata presa sullo sfondo di una situazione politica di grande incertezza dopo il fallimento della formazione di un Governo di coalizione con nuove elezioni sempre più probabili nei prossimi mesi mentre continuano le incursioni dell'esercito turco contro i curdi del Pkk e la milizia Is. Recessione in Russia”.