Income e consulenza al centro dei bisogni degli investitori

Rawpixel, Unsplash
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Una ricerca per fare il punto sui bisogni degli investitori retail europei. Quasi 5000 interviste a rispamiatori con reddito medio familiare pari a 116mila euro realizzate tra giugno e settembre 2018 per mettere a punto un’analisi che ha coinvolto otto Peasi: Italia, Francia, Spagna, Regno Unito, Germania, Belgio, Olanda e Svizzera. I risultati dell’European Investing Income Study di Invesco, presentati da Giuliano D’Acunti, responsabile commerciale della casa di gestione in Italia, e Fabrizio Fornezza, presidente Eumetra, mostrano quattro profili campione in cui sono classificabili gli investitori del Vecchio Continente.

Quattro tipologie di investitori

Disimpegnati, esperti, deleganti e “fai da te”. Queste le categorie designate dalla ricerca Invesco che corrispondono ad altrettante tipologie di investitori con specifiche caratteristiche.

Disimpegnati: coloro che non si considerano esperti di finanza e pianificazione e investono con l’obiettivo di non perdere denaro, chiedendo consigli a parenti e amici. In Europa sono risultati il 34%, mentre in Italia il 23%.

Esperti: conoscono i prodotti e discutono di strategia d’investimento con il proprio consulente. Hanno obiettivi di rendimento ambiziosi e sono caratterizzati da un alto grado di pianificazione e diversificazione. In Europa sono il 26%, mentre in Italia il 28%.

Deleganti: hanno piani finanziari per progetti specifici e si affidano alla consulenza per le scelte di allocazione. Si definiscono investitori prudenti. Il dato europeo si attesta per questa tipologia al 23%, che sale al 27% se si considera il solo territorio italiano.

“Fai da te”: non si definiscono esperti ma interessati alla finanza e investono con l’obiettivo di garantirsi qualità della vita nel tempo, con alta propensione ad agire in autonomia. In Italia, il dato al 22% supera di 5 punti percentuali quello europeo che si ferma al 17%.

Le principali conclusioni della ricerca

Le famiglie europee e italiane confermano il bisogno di un reddito aggiuntivo. “L’importanza del reddito”, si legge nelle conclusioni dell’Invesco European Investing Income Study, “è aumentata per un significativo 43% degli investitori in Europa nel corso degli ultimi tre anni. Oggi l’86% di essi considera importante conseguire un reddito dagli investimenti effettuati e l'incremento più significativo si ha in Italia dove il 93% ritiene il reddito un fattore cruciale dell'investimento, mentre il 39% afferma che potrebbe prendere in considerazione l’idea di investire in strategie che generano reddito. Il reddito, infatti, cresce ma in misura minore rispetto alla media europea, mentre si mantiene elevato il livello di liquidità detenuto dalle famiglie”.

Molto diffusa anche la richiesta di una consulenza in grado di essere portatrice di un reale e tangibile valore aggiunto. La ricerca mette in luce, inoltre, che l’Italia è uno tra i Paesi europei meglio disposto nei confronti dell'advisory. Un dato che in Europa si attesta al 70%, mentre per quanto riguarda il nostro Paese arriva a toccare quota 82%.

Qual è lo spazio della consulenza?

I dati certificano che, a fronte di una un bisogno percepito di reddito aggiuntivo attestato dall’86% degli intervistati a livello europeo, solo il 17% delle famiglie è realmente investito in soluzioni income oriented. In Italia la propensione per soluzioni orientate al reddito è risultata pari al 39%.

“In questa distanza tra bisogno, propensione all’investimento e effettiva esposizione”, ha affermato Fornezza, “si apre l'ampio spazio della consulenza”. L’82% degli intervistati italiani ha, infatti, confermato l’esigenza di una consulenza professionale per la gestione dei propri investimenti, dato più alto tra i Paesi coinvolti nell'analisi. In Europa la media si è attestata al 70%.

“Abbiamo voluto realizzare questa ricerca”, ha dichiarato D’Acunti, “per capire i reali bisogni degli investitori e arrivare alla motivazione degli elevati livelli di liquidità detenuti dai risparmiatori, in particolare nel nostro Paese”. “Le evidenze emerse dall'Invesco European Investing Income Study", ha aggiunto il responsabile commerciale di Invesco in Italia, "hanno fatto emergere come gli investitori, nonostante siano consapevoli dei propri bisogni, non agiscano per soddisfarli, temendo di non disporre di una conoscenza finanziaria sufficiente. Ecco dove dovrebbero intervenire i professionisti”.