Obbligazionario europeo tra divergenze economiche e strategie ESG
Le strategie degli investitori si stanno adeguando a uno scenario macro in rapido mutamento, con l'obbligazionario influenzato da tassi e diversi livelli di sostenibilità. La view dei fund selector nella prima parte di Hub ESG di FundsPeople.
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Il 2024 si è rivelato un anno chiave per il mercato obbligazionario, segnato da dinamiche macroeconomiche divergenti tra le principali economie globali. Secondo un recente report di Bloomberg la riduzione dei rendimenti nei titoli europei e il primo taglio dei tassi da parte della Bce a dicembre rappresentano segnali indicativi di un percorso disinflazionistico che potrebbe proseguire anche nel 2025. Negli Stati Uniti invece, la resilienza economica e l’incertezza legata alle politiche monetarie della Fed continuano a generare volatilità, mentre politiche protezionistiche potrebbero alimentare nuove pressioni inflattive. Le strategie degli investitori si stanno adeguando a questo contesto complesso. Il debito emergente, pur influenzato dalla volatilità dei Treasury, offre valutazioni interessanti e un posizionamento meno affollato, risultando attraente in termini di rendimento. D’altro canto il segmento investment grade europeo si distingue per stabilità e un punteggio ESG sopra la media, supportato da un’economia più debole e da politiche monetarie accomodanti. Di strategie di selezione nel comparto obbligazionario si è parlato nella prima parte della tavola rotonda di Hub ESG di FundsPeople.
I commenti si riferiscono al contesto del 20 novembre 2024.
Strategie mirate, come l’uso di strumenti inflation-linked e il focus su titoli di qualità superiore, rappresentano leve fondamentali per navigare tra rischio e rendimento in un mercato in continua evoluzione. “Nel corso del 2024 abbiamo mantenuto un approccio prudente sulla duration, partendo con un sottopeso che abbiamo gradualmente ridotto”, commenta Matteo Belleri, senior portfolio manager di Banca Patrimoni Sella. “In Europa la riduzione dei rendimenti e il taglio dei tassi della Bce a dicembre - prosegue - indicano un percorso disinflazionistico che potrebbe proseguire nel 2025, nonostante possibili pause nel breve termine. Negli Stati Uniti la resilienza economica e il rallentamento della disinflazione sollevano dubbi sulla velocità di riduzione dell’inflazione, mentre le politiche protezionistiche legate a Trump potrebbero alimentare nuove pressioni inflattive. Di conseguenza abbiamo rallentato il ritorno alla neutralità sulla duration, mantenendo un approccio difensivo e reintrodotto strumenti indicizzati all’inflazione per diversificare e gestire i rischi inflattivi. La nostra duration è prevalentemente europea, ma su linee internazionali includiamo titoli statunitensi combinati con strumenti inflation-linked. Sui mercati emergenti, manteniamo una posizione costruttiva: pur 'risentendo' dei Treasury, il debito emergente presenta valutazioni interessanti e dinamiche idiosincratiche positive, ed un posizionamento meno affollato rispetto ad altre asset class e quindi più attraente in termini di opportunità di rendimento”.
1/3Anche secondo Andrea Florio, Investment and Insurance Products di Zurich Bank, l’attuale contesto “richiede una valutazione approfondita delle aree di rendimento offerte, tenendo conto sia dei movimenti inflattivi sia delle prospettive di politica monetaria. Le recenti elezioni hanno determinato una correzione significativa nel mercato, aprendo la strada a possibili politiche espansive negli Stati Uniti, che potrebbero sostenere una crescita moderata, mentre osserviamo rendimenti superiori alle medie storiche nei governativi e valutazioni stabili nel credito emergente. Adottiamo un approccio analitico per individuare opportunità nel mercato obbligazionario, bilanciando rendimento e rischio. Le recenti elezioni e possibili politiche espansive negli Stati Uniti potrebbero favorire una crescita moderata. Preferiamo l’investment grade all’high yield per una maggiore stabilità”. Secondo Florio “per orizzonti di medio termine, ci concentriamo su strategie best-in-class focalizzate su segmenti specifici, monitorando attentamente i movimenti dei tassi e i fattori inflattivi. Guardando al lungo periodo privilegiamo fondi obbligazionari flessibili, capaci di adattarsi ai cambiamenti di mercato. Tuttavia valutiamo con attenzione la composizione dei portafogli e la qualità dei gestori, assicurandoci che possano diversificare efficacemente e rispondere rapidamente a scenari incerti, mantenendo una gestione dinamica e bilanciata”.
2/3Il mercato obbligazionario globale sta affrontando un periodo di profonde divergenze tra le principali economie mondiali, con implicazioni significative per gli investitori. La gestione può essere divergente per ogni asset manager. “Non seguiamo una view centralizzata di mercato, poiché ogni team in Liontrust ha autonomia decisionale”, spiega Antonio Forte, international sales director Italy, Liontrust. “Tuttavia - aggiunge - osserviamo un consenso diffuso tra le principali case di investimento sulla divergenza economica (decoupling) tra Stati Uniti ed Europa. Negli USA, le probabili politiche espansive di Trump, che dovrebbero spaziare da tagli fiscali, all’aumento della spesa pubblica e alle restrizioni sull’immigrazione, potrebbero sostenere la crescita ma risultare inflazionistiche, penalizzando il comparto obbligazionario. Al contrario l’Europa, con un’economia più debole e una crescita contenuta, potrebbe offrire opportunità nel mercato obbligazionario, in particolare nella componente investment grade. Gli spread restano sopra la media storica e i tassi di default sono contenuti, garantendo valore e stabilità. Inoltre, la domanda di obbligazioni è forte, sostenuta dai flussi verso fondi obbligazionari e aste. La Bce è pronta ad agire per supportare la crescita, rafforzando ulteriormente questo segmento”.
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