Lo segnala l’ultima indagine sulla fiducia di UBS. Per proteggere i portafogli si punta sull’azionario, liquidità e i beni rifugio.
Fiducia in calo tra gli investitori italiani sul futuro dei mercati per l’inflazione, l’aumento dei tassi di interesse e la pandemia che nonostante sembri allentare la sua morsa, non smette di spaventare. È quanto emerge dall’ultima ricerca trimestrale sul sentiment degli investitori di UBS. Secondo l’indagine, l’ottimismo generale degli intervistati nei confronti dell’economia italiana per i prossimi 12 mesi pur rimanendo alto è in diminuzione. Infatti è il l’74% degli investitori a dirsi fiducioso sotto questo aspetto, mentre nel terzo trimestre del 2021 gli investitori ottimisti erano l’82%. In particolare, tra i rischi macro-economici il 58% degli investitori ha segnalato di essere ancora preoccupato per il diffondersi del COVID-19; ben il 58 % individua nel climate change una preoccupazione e il 57% ha dei timori riguardo al debito pubblico.
INFLAZIONE
Anche l’attuale contesto di aumento dei prezzi sta avendo un impatto diretto sul sentiment degli investitori italiani. Tuttavia, solo per il 52% degli intervistati l’inflazione continuerà per tutto il 2022 e oltre, mentre il 38% ritiene che il fenomeno avrà una durata che va dai 6 ai 12 mesi contro invece un 10% secondo cui il contesto di inflazione durerà addirittura meno di 6 mesi.
IMPATTO SULLE SCELTE DI PORTAFOGLIO
Questa diminuzione del livello di fiducia si riflette anche nelle decisioni di investimento. Il 45% degli investitori si dice preoccupato per una possibile flessione del mercato e per far fronte a questa eventualità prepara il proprio portafoglio. Il 52% degli intervistati dichiara di voler investire maggiormente nell’azionario; il 46% vuole aggiungere nel proprio portafoglio una componente di investimenti nei metalli preziosi e il 43% ha dichiarato di voler aggiungere coperture in portafoglio. Inoltre, sempre per affrontare una possibile flessione del mercato, gli investitori italiani puntano sulla liquidità. Infatti, il 63% degli intervistati ha dichiarato di avere una componente di contanti o equivalenti che rappresenta più del 10% del proprio portafoglio. Di questo 63%: il 43% si dice preoccupato per l’impatto dell’inflazione sul valore dei contanti; il 42% invece sta aspettando la giusta opportunità per investirli.
AZIONARIO
Con riferimento invece al mercato azionario nei prossimi 6 mesi l’ottimismo degli investitori italiani rimane comunque invariato rispetto allo scorso trimestre, infatti il 72% degli intervistati si dice positivo, a fronte dell’74% nel terzo trimestre 2021.