In LGIM preferiscono “l'investment grade con rating medio BBB+, perché il rapporto rischio/rendimento è più attraente rispetto all'high yield”, spiega Marc Rovers, head of Pan European credit, Active Fixed Income. “I nostri investimenti nell'high yield - prosegue - sono limitati ai titoli crossover, attualmente inferiori al 3%, perché gli spread dell’high yield sono storicamente più ampi”. Tuttavia, l’esperto ricorda che “in questo momento, nulla è a buon mercato. I multipli azionari, sia negli USA che in Europa, sono molto più alti che in passato, le valutazioni delle banche italiane sono aumentate in modo significativo, così come gli AT1”. Attualmente, aggiunge Rovers, “vediamo un buon valore nelle obbligazioni non finanziarie, poiché la BCE non sta più acquistando, il che ha ridotto la compressione degli spread”. In termini di high yield vs investment grade, secondo l’esperto “bisogna considerare i tassi di default storici e la liquidità. L'high yield europeo è piuttosto illiquido e ciò rende difficile muovere grandi somme in caso di cattive notizie. Questo rafforza ulteriormente l'importanza di una gestione attenta e diversificata del portafoglio”, conclude.
4/4