Il Global Market Strategy Office della società presentato negli uffici di Milano alla stampa specializzata mostra alcuni fattori positivi per gli investitori e altri che, viceversa, potrebbero costituire dei timori.
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Le buone notizie non vengono mai da sole. Questo è vero anche per i mercati finanziari. Guardando all'anno che si sta per concludere, si sono verificati alcuni fattori per cui gli investitori hanno potuto gioire e altri che continuano a destare qualche preoccupazione. Come noto, "il 2024 è stato un anno positivo per molte asset class, in particolare per i titoli più ciclici. “Nonostante tutto, l'economia globale continua a crescere. In assenza di shock, il calo dell'inflazione, l'allentamento delle Banche centrali e l'accelerazione dell'offerta di moneta negli Stati Uniti e nell'eurozona ci suggeriscono che i timori di una possibile crisi economica stanno svanendo e che la recessione non sarà un problema nel 2025. Per questo crediamo che il prossimo anno sarà positivo per i mercati finanziari”, esordisce così Paul Jackson, global head of Asset Allocation Research, Global Thought Leadership di Invesco.
Ci sono buoni motivi per essere "contenti"...
Secondo l'esperto, intervenuto a Milano per presentare il Global Market Strategy Office, c'è sempre una buona ragione per essere contenti e, in questo caso, di ragioni ne individua addirittura tre. La prima, come si accennava prima, è l'economia che continua anche nel 2025. La seconda ragione è l'inflazione in calo con le Banche centrali e le condizioni monetarie non più restrittive. La terza e ultima ragione individuata da Jackson riguarda gli Stati Uniti. Come è possibile notare nel grafico qui sotto, le elezioni e l'allentamento delle politiche monetarie della Fed, di norma, hanno rappresentato una buona notizia per i mercati finanziari (a patto che non si materializzi una recessione).
... ma anche ragioni per essere preoccupati
C'è un però. Qualcosa potrebbe andare storto anche nel 2025. Infatti, secondo il professionista di Invesco: "molte buone notizie sono già presenti nei prezzi di alcuni asset e la concentrazione rappresenta un problema nel mercato azionario statunitense". I leader indiscussi che si sono imposti sulla scena quest'anno fanno parte del settore dell'intelligenza artificiale. Ne sono un esempio Microsoft, Apple, Nvidia, Amazon, Meta e Alphabet.
Il secondo punto di preoccupazione che Jackson solleva è che la nuova normalità potrebbe durare più del previsto. Il terzo e il quarto punto di preoccupazione interessa, ancora una volta, gli Stati Uniti. "I dazi imposti dal neoeletto presidente Trump potrebbero diventare il "Truss trade" e bisogna anche fare attenzione a primi effetti dei dazi imposti dagli Stati Uniti sulle importazioni dal Paese partner", ammette.
Opportunità e rischi senza perdere di vista la realtà
In assenza di recessione, Jackson vede un limitato margine per un forte calo dei rendimenti dei titoli di Stato a lungo termine nel corso del prossimo anno e si aspetta che la maggior parte delle curve dei rendimenti si inasprisca. Tra gli asset a breve scadenza, Jackson preferisce i prestiti bancari alla liquidità. Sebbene i tassi di liquidità siano più bassi rispetto al passato, l'elevato rendimento attuale dei prestiti bancari lo induce a prevedere rendimenti più elevati rispetto ad attività con volatilità simile.
“Riteniamo che i prestiti bancari offrano il miglior potenziale di rischio-rendimento e ci aspettiamo rendimenti migliori sui prestiti bancari rispetto a qualsiasi altro asset globale, ad eccezione delle materie prime”, afferma Jackson. Per quanto riguarda lo spazio investment grade, prevede i migliori rendimenti nel Regno Unito e nei mercati emergenti. Il credito high yield dovrebbe fare relativamente bene grazie all'accelerazione delle economie, ma gli spread sono già stretti.
Inoltre, Jackson prevede che il dollaro USA si indebolirà man mano che i tassi della Fed diminuiranno e le conseguenze del nuovo assetto economico degli Stati Uniti diventeranno chiare. A suo avviso, ciò potrebbe favorire ulteriormente le materie prime industriali che, secondo le sue previsioni, beneficeranno dell'accelerazione economica. Dubita che questi fattori siano sufficienti per aiutare l'oro, che secondo Jackson è molto caro.
Infine, a detta dell'esperto, anche l'allentamento delle politiche monetarie della Fed e l'indebolimento del dollaro potrebbero favorire gli asset dei mercati emergenti. Ritiene che le valutazioni di questi mercati siano relativamente interessanti e prevede rendimenti superiori alla media nella maggior parte delle categorie di attivi.