Keith Ney (Carmignac): “Il cambio di regime è vicino”

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Possiamo dare il benvenuto alla fase di mercato ribassista per il segmento obbligazionario. Investire nei bond oggi significa avere forti convinzioni nella selezione dei titoli in portafoglio. Ne abbiamo discusso con Keith Ney, fund manager del Carmignac Sécurité, fondo di Carmignac con doppio rating AB Funds People (Preferito dagli Analisti-Blockbuster).

Ney spiega che “dopo la crisi ha avuto inizio un forte ciclo economico, sia per il mercato azionario che obbligazionario, ma crediamo che ora sia giunto il momento di un cambio di regime che porterà a una fase bearish del mercato del credito. Nell’attuale scenario, una strategia flessibile è la migliore soluzione da adottare. Il nostro approccio è molto opportunistico, cerchiamo le migliori dinamiche sia lato long che short, basate su forti convinzioni. L’obiettivo del fondo è quello di minimizzare le perdite legate all’attuale contesto di tassi negativi. Come lo facciamo? Acquistiamo bond a rischio contenuto, duration limitata e proteggiamo il portafoglio dall’incremento della volatilità e dei tassi. Poiché la liquidità sul mercato si ridurrà sempre più, abbiamo anche deciso di migliorare i rating degli emittenti in portafoglio”.

“Abbiamo una maggiore esposizione sui tassi di interesse a breve, tassi a più lunga scadenza, bond governativi tedeschi e statunitensi, soprattutto nella parte della curva a 5-10 anni. Infatti, il 65% del portafoglio è composto da obbligazioni investment grade, con rating elevati e scadenze brevi. Una piccola parte dell’asset allocation è dedicata ai bond strutturati, fino al 10% del nostro fondo. Al momento, per esempio, abbiamo circa il 7% del portafoglio investito in CLO (Collateralized Loan Obligation) con rating AAA e AA, denominati in euro”, aggiunge il gestore.

“Questi strumenti ci permettono di diversificare il portafoglio. Tipicamente sono prodotti senior rispetto ai bond high yield che acquistiamo di solito, emessi da mid cap europee. In tal caso avviene un doppio check sulla qualità: valutiamo sia questo segmento del mercato del credito, particolarmente complesso, che il sottostante, facendo un’attenta analisi dei bilanci. Le istituzioni che emettono CLO sono meno note, ma solitamente sono di dimensioni maggiori e con bilanci più solidi. Inoltre, in caso di riduzione della liquidità sul mercato, non sarà necessario fare dei particolari aggiustamenti. I CLO vengono negoziati a prezzi migliori rispetto ad altri bond di qualità. In generale c’è la percezione che questi prodotti strutturati siano connessi a poche specifiche aree del mercato del credito, in cui si paga un certo premio di liquidità. Per questo motivo preferiamo allocare solo una piccola parte del portafoglio in questa asset class e non avere problemi di liquidità”, conclude l’esperto.