L'anno in cui i fallen angel e le rising star sono scomparsi dal mercato

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Per un gestore high yield, i fallen angels, emittenti che non sono più investment grade e sono entrati a far parte dell’universo high yield, sono sempre stati un’ottima opportunità d’investimento. Allo stesso modo, per un gestore investment grade, le rising star rappresentano quegli emittenti che, avendo migliorato il proprio rating creditizio, sono stati promossi in serie A e offrono una cedola solitamente più interessante. Tutto questo si gioca nel range del BBB- (ultimo gradino dell'investment grade) e BB+ (il punteggio più alto dell’high yield).

La notizia è che, continuando di questo passo, il 2018 passerà alla storia come l'anno in cui gli ‘angeli caduti' e le ‘stelle emergenti’ sono scomparsi dal mercato obbligazionario. "Quest’anno ci sono stati pochissimi emittenti che sono passati da BBB- a BB+, e allo stesso modo pochissime obbligazioni hanno guadagnato il gradino più alto. Il mercato è stato molto stabile e si sono ridotti notevolmente i movimenti sulla qualità del credito. La stessa cosa è accaduta in termini nominali, dove il mercato mostra ancora una grande resistenza", fa notare Sasha Evers, direttore generale di BNY Mellon IM per Iberia e America Latina.

Da un punto di vista tecnico, all'interno di ciò che è considerato investment grade, vi è la crescita dell'universo di BBB. Questo segmento di mercato si è quasi triplicato in Europa ed è raddoppiato negli Stati Uniti. "Se il vento del mercato cambia e le agenzie di rating sono costrette ad agire tempestivamente, il mercato relativamente piccolo dell’high yield potrebbe essere invaso dai fallen angel, dato che le aziende stanno perdendo il titolo di investment grade", spiega Sander Bus, condirettore del team di Credito di Robeco. "Tuttavia, tenendo conto delle prospettive sui profitti aziendali, questa possibilità non preoccupa troppo nel breve termine", afferma l'esperto.

Per quanto riguarda l'high yield, sebbene gli spread siano molto compressi, ci sono alcuni fattori tecnici che stanno contribuendo a sostenere questo mercato. Fondamentalmente ci sono due ragioni: le nuove emissioni nette che sono praticamente negative (molti emittenti high yield hanno preferito entrare nel mercato dei prestiti) e un volume degli ammortamenti che tende a salire. A tutto ciò bisogna aggiungere la questione delle prospettive di crescita economica che rimangono positive per il prossimo anno, e in prospettiva vedono una significativa riduzione di una crescita delle insolvenze di quelle società la cui attività potrebbero essere colpita al punto di perdere il rating investment grade.

"Non abbiamo segnali di un forte calo della crescita, né che la curva si possa invertire, nemmeno in condizioni di un mercato del credito fortemente stressato", afferma Evers. Gli Stati Uniti crescono ad un tasso del 3% e almeno 50 punti base di questa percentuale sono dovuti allo stimolo fiscale introdotto dal presidente Trump. Senza quest'ultimo, il prossimo anno, l'economia statunitense rallenterà. Secondo i calcoli di Evers quindi, il PIL americano potrebbe crescere ad un tasso del 2,5%; sicuramente un livello più modesto, ma chiaramente lontano dalla recessione. In Europa, l'economia continua a crescere, anche se a un ritmo più moderato a causa dell’effetto negativo della Cina. "In generale, la probabilità di vedere una contrazione dell'attività aumenta man mano che il ciclo si allunga, ma è ancora presto per parlare di questo scenario", sostiene l’esperto.

Tuttavia, ciò non significa che il mercato high yield non presenti dei rischi. "Questo è un segmento in cui ci sono molti ‘turisti’, cioè investitori investment grade tradizionali che hanno cercato un maggiore rendimento dei coupon sul mercato high yield. L'effetto naturale provocato da una BCE che ha acquistato per molto tempo titoli di debito investment grade ha provocato una riduzione dei rendimenti nel mercato high yield. Non appena l'autorità monetaria ridurrà l’acquisto delle obbligazioni, ci saranno sicuramente maggiori pressioni al rialzo sul mercato ad alto rendimento. Tuttavia, Evers ritiene che questo movimento non sarà brusco, dal momento che il suo effetto sarà compensato dai fattori tecnici e dalle condizioni macroeconomiche che saranno presenti su entrambe le sponde dell'Atlantico.