L'evoluzione del family office in Italia

mano soldi
Edd Sowden, Flickr, Creative Commons

Il family office, evoluzione del private banking, sta prendendo sempre di più piede anche in Italia. Si tratta di un servizio che può essere fornito da una banca, da uno studio associato di commercialisti, avvocati, notai e consulenti aziendali e si occupa di tutte le problematiche patrimoniali della famiglia e delle aziende di proprietà della famiglia stessa. Secondo l’ultima ricerca condotta da Magstat si contano 253 operatori finanziari che offrono servizi di private banking e family office in Italia, con asset in gestione pari a 864,8 miliardi di euro. Il private banking ha in mano ancora la fetta più grossa, vale a dire il 91,7% del mercato servito con masse pari a 793,4 miliardi e 120 operatori attivi.

Ma il family office vede numeri in crescita: il numero delle strutture attive in Italia è salito a 133 unità a fine 2015 dalle 126 dell’anno precedente, per un totale di 71,4 miliardi di asset under management, pari all’8,3% del mercato complessivo. Le masse sono cresciute costantemente negli ultimi anni e sono più che raddoppiate dal 2010 a oggi (erano 33 miliardi a fine 2010). Queste strutture si avvalgono complessivamente di 582 family officer che offrono consulenza a più di 16 mila clienti. Il fenomeno è relativamente giovane in Italia ma sta crescendo la percezione dell’esigenza di avvalersi di questo tipo di strutture “che non si occupano più solo della gestione del patrimonio ma anche delle esigenze di tutti i suoi componenti. È una realtà che ha preso piede circa 15 anni fa”, spiega Marco Mazzoni, presidente di Magstat Consulting.

Delle 133 strutture censite in Italia, dice ancora l’osservatorio di Magstat, la maggior parte (110) opera in qualità di multi-family office, offrendo servizi a gruppi di famiglie che possono essere o meno azioniste del family office stesso. Soltanto 23 invece ricadono nella categoria dei single family office, che amministrano il patrimonio di un’unica famiglia, sola proprietaria della struttura. Rispetto agli Stati Uniti, in Italia sono pochi i single family office, che prevedono costi particolarmente elevati. Spesso gli imprenditori con più disponibilità economica preferiscono stabilire il proprio family office, così come la sede delle proprie aziende, in Paesi dove il regime fiscale è più vantaggioso rispetto alla Penisola. Il family office può avvalersi di una fiduciaria, di una sim, di una sgr dedicata, ma anche di sicav estere autorizzate. “Le strutture che hanno scelto la forma di una sim o di una sgr garantiscono alla clientela maggiore riservatezza e offrono la possibilità accedere direttamente al mercato senza altri intermediari finanziari”, conclude Mazzoni.