Quest'anno i tassi di default sono stati bassi solo grazie al forte sostegno fiscale e di politica monetaria, ma i rischi non si possono trascurare. Se ne discute nell'ultima parte della tavola rotonda virtuale sul fixed income.
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Il contesto di bassi tassi di interesse rappresenta ormai la normalità da tanto, forse troppo tempo e ciò ha spinto gli investitori a orientarsi su asset class più rischiose, soprattutto all’interno del mercato fixed income. Il segmento high yield sembrava l’unica soluzione possibile in una condizione del genere, ma la crisi da Covid-19, totalmente inaspettata, ha cambiato nuovamente le carte in tavola, incrementando la volatilità e provocando perdite maggiori a tutti i guadagni di questi anni di bull market. Abbiamo chiesto ad alcuni operatori del risparmio gestito italiano e non se ci sono altre strade da intraprendere all’interno del tormentato universo del reddito fisso, in cui la parola d’ordine rimane liquidità.
“Il mercato obbligazionario oggi è caratterizzato da un rischio asimmetrico”, afferma Antonio Cannizzaro, Portfolio Selection manager di Eurizon Capital SGR. Secondo il fund buyer l’attuale contesto di mercato ha incrementato i flussi verso il credito di bassa qualità per sopperire alle mancanze di rendimento, questo però di conseguenza ha permesso a molte società di accedere ai finanziamenti a condizioni vantaggiose, nonostante non rispecchiassero il loro merito creditizio. Pertanto circa 1/3 dell’universo investment grade viene negoziato oggi a tassi negativi, che non ha senso dal punto di vista economico. “L’unico modo per continuare a investire nel reddito fisso è puntare sulla liquidità, necessaria per rimanere flessibili e modulare nel tempo l'allocazione alle diverse fonti di rendimento”, aggiunge.
Non facciamoci ingannare dai bassi tassi di default
Il quantitative easing è in atto già da tempo, ciò conferma che la politica monetaria da sola non può più funzionare, sono necessari più stimoli fiscali. “Mai come in questo periodo è importante posizionarsi sulla corretta parte del segmento high yield”, ha dichiarato David Roberts, head of Fixed Income di Liontrust. “Quest’anno i tassi di default sono rimasti bassi, tuttavia il segmento ad alto rendimento ha resistito molto bene solo perché c’è stato anche un forte sostegno fiscale”, prosegue l’esperto. Del resto esistono anche altre vie da percorrere. “Il segmento BBB investment grade offre per esempio il vantaggio di avere una struttura del capitale più efficiente, inoltre le Banche centrali, in particolare la Fed, con il loro massiccio programma di acquisti hanno dato un ampio livello di protezione anche ai cosiddetti fallen angels”, conclude. Non mancano quindi le possibilità di beneficiare della volatilità che si è creata sul mercato, con un approccio flessibile e attento alla liquidità.
Anche Simone Pecoretti, senior portfolio manager di Fideuram Investimenti SGR è scettico sul mercato high yield, sebbene la politica monetaria e fiscale abbia cercato di limitare il downside risk ad esso legato, l’impatto della crisi è stato inevitabile, pertanto bisogna essere coscienti di come ci si voglia posizionare. “I tassi di default sono più bassi di quelli che ci saremmo inizialmente aspettati, questo si ripercuote di conseguenza sui prezzi del mercato, ma i rischi potrebbero rimanere relativamente elevati per un protratto periodo di tempo”, spiega il fund selector. Al momento prediligiamo la parte medio-alta dello spettro creditizio, fino ai rating BBB e BB, anziché quella più bassa. Ci interessa inoltre il debito finanziario subordinato, dove la volatilità può essere elevata, ma il rischio di eventi creditizi è minore”, afferma.
La seconda ondata della pandemia da Covid-19 impatterà ulteriormente il segmento high yield, già supportato dalla Banche Centrali. Durante la prima fase della crisi del 2020 c’è stato un incremento improvviso ed inevitabile dei tassi di default e dei downgrade. “Sarà quindi ancora più importante evitare i losers piuttosto che selezionare i winners, mantenendo gli occhi puntati sulla liquidità, aspetto fondamentale nei momenti di stress”, sostiene Daniele Fontanili, senior investment manager di Insurance Portfolios Investment Strategy nella business unit Generali Investments, Asset & Wealth Management. “Noi non siamo d’accordo nel sovrappesare il segmento dei bond ad alto rendimento, preferiamo sfruttare le opportunità offerte dall’investment grade, siano esse o meno oggetto di acquisti delle Banche centrali, come quelle rappresentate per esempio dei bond finanziari, usando un mix di fattori per incrementare la diversificazione”, aggiunge.
Secondo Giuseppe Patara, fund selector e portfolio manager di Credit Suisse nell’ultimo anno sono aumentate le nuove emissioni di debito societario, con scadenze sempre più lunghe e qualità media del credito in deterioramento. Finora il flusso costante in acquisto degli investitori in cerca di rendimento e delle Banche centrali nelle loro operazioni straordinarie, ha supportato l’andamento di questo mercato. “Ora il rischio di downgrade si fa più forte, e la selettività diventa la chiave della gestione attiva, a livello di settori e le singoli emissioni. Non si può seguire semplicemente il beta di mercato, ma cercare investire in strategie special situation”. Ciò nonostante non esclude completamente il segmento high yield, preferendo però posizioni short term ed esposte a settori meno ciclici, che hanno rischio di default più basso.