L'investimento responsabile non è più un mercato di nicchia

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L'idea di un investimento responsabile destinato a comportare rinunce in termini di rendimenti è superato da tempo. E non lo dicono solo da Etica SGR, leader in Italia per gli investimenti socialmente responsabili. Guardando uno studio, ad esempio, pubblicato lo scorso marzo da EticaNews e basato sul data base del provider di dati MoneyMate,100 euro investiti tre anni fa su fondi SRI europei hanno reso il 17%, una percentuale maggiore rispetto ai benchmark classici come SToxx 600 o MSCI Europe. I buoni rendimenti poi, si sono verificati perfino sui fondi che investono in bond, nonostante i tassi a zero: un rendimento medio del 13% sempre negli ultimi tre anni. "L’investimento responsabile non comporta alcun tipo di rinuncia dal punto di vista del potenziale rendimento, anzi, la nostra esperienza ci insegna che può generare anche ritorni migliori rispetto all’investimento finanziario tradizionale. Questo perché valutare un’impresa sotto il profilo ambientale, sociale e di buona governance consente di determinare ex ante e in modo più preciso il suo valore, riducendo quindi i rischi collegati all’investimento, e cogliendo interessanti opportunità di crescita nel lungo periodo", spiega a Funds People Federica Loconsolo, responsabile area commerciale della società di gestione.

Ma si sa, in materia di investimenti socialmente repsonsabili c'è ancora molto da fare. Per esempio creare una regolamentazione unica per il settore. "L’industria del risparmio gestito sta affrontando continue fasi di rinnovamento e arricchimento e crediamo occorra una particolare attenzione da parte del legislatore su alcuni aspetti di particolare interesse per l’asset management, soprattutto per gli investitori istituzionali che si affacciano sui mercati europei", chiarisce Federica Loconsolo. "Riteniamo che un passo importante e ormai sempre più necessario possa essere rappresentato dall’introduzione di una regolamentazione omogenea e standardizzata a livello comunitario degli investimenti socialmente responsabili, così da portare maggior chiarezza a tutela degli investitori, oltre a fornire linee guida univoche per nuovi operatori sul mercato. L’accordo universale sul clima di Parigi ha dato nuovo slancio all’investimento responsabile, ma occorre una norma chiara e coesa che disciplini tutto il panorama dei fondi con mandato SRI. Un altro tema interessante, che non è circoscritto al mercato SRI ma si estende al mercato gestito in generale, tocca l’aspetto fiscale dell’investimento di lungo periodo, fondamentale quando si parla di sostegno alle imprese e che necessita di regole più efficaci e flessibili per non frenare lo sviluppo del settore", aggiunge la responsabile dell'area commerciale della SGR.

Un mercato in crescita

Che i fondi sostenibili e responsabili siano considerati ormai un investimento “normale”, e non più di nicchia, quanto un qualsiasi fondo comune classico ce lo dice anche il recente criterio introdotto da Morningstar: il Morningstar Sustainability Rating. "È un inizio importante, anche se crediamo che il modello proposto da Morningstar mostri ancora ampi margini di miglioramento. In particolare auspichiamo che la metodologia utilizzata per attribuire il rating di sostenibilità venga presto migliorata e perfezionata, introducendo anche analisi che riguardano per esempio le emissioni governative inserite nei portafogli dei fondi, senza penalizzare pertanto i fondi comuni obbligazionari e bilanciati, visto il peso specifico rilevante che questa categoria di prodotti ha per il mercato italiano", spiega Loconsolo.

Che poi sciorina alcuni traguardi raggiunti lo scorso anno: "Abbiamo superato i 2 miliardi di euro di masse gestite ed è stato quasi raddoppiato l'utile netto, salito a 3,4 milioni di euro. Abbiamo incrementato del 71% il numero di contratti attivi e del 19% la rete di collocatori, le commissioni attive hanno raggiunto i 25 milioni di euro (+83%) e il margine di intermediazione si è attestato a 9,9 milioni di euro (+69%). L’attività di azionariato attivo è stata molto proficua: nel 2015 Etica Sgr ha incrementato il tasso di partecipazione alle assemblee delle imprese in portafoglio (oltre il 28% del totale). Sono saliti anche i ricavi legati al servizio di consulenza ESG (Environmental, Social e Governance) che offriamo ai nostri clienti istituzionali e il fondo per il microcredito e il crowdfunding in Italia ha raggiunto 1,9 milioni di euro. Una concreta dimostrazione che risultati economici e sostenibilità socio-ambientale possono crescere insieme".

Anche l'Etica Rendita Bilanciata, l'ultimo prodotto lanciato, lo scorso settembre, dalla società di gestione sembra avere buoni riscontri. "Nelle prime due settimane di vita del fondo le sottoscrizioni pervenute per hanno rappresentato l’80% della raccolta totale dell’intero mese di settembre e in soli otto mesi ha già superato 130 milioni di euro di asset in gestione. Appartenente alla categoria dei bilanciati obbligazionari, la solida componente obbligazionaria ha saputo temperare la volatilità del mercato azionario degli ultimi mesi. Il fondo ha soddisfatto anche i clienti più esigenti, offrendo una classe a distribuzione dei proventi, sottoscritta nei primi tre mesi mediamente dalla metà della clientela, con punte addirittura del 70% nel caso di alcuni collocatori".

E per il futuro? Secondo Federica Loconsolo "l’investitore istituzionale è oggi orientato ad adottare criteri di responsabilità nell’approccio all’investimento e in Europa sta guidando il mercato SRI. Alla luce dell’allineamento tra la nostra realtà di SGR responsabile e le esigenze più evolute di questa classe di investitori abbiamo in progetto di sviluppare questo ampio potenziale. Negli ultimi anni abbiamo visto crescere a grande velocità le masse in gestione della clientela istituzionale e siamo fiduciosi che questo trend possa consolidarsi ulteriormente grazie al nuovo accordo di distribuzione con la piattaforma operativa di Allfunds Bank, una delle più grandi in Europa in termini di volumi intermediati".