La BCE delude i mercati

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foto: autor ECB European Central Bank, Flickr, creative commons

La BCE delude le aspettative dei mercati approvando una serie di misure espansive inferiore a quelle che si era lasciato intendere e soprattutto rispetto a quelle sperate dai mercati finanziari. La revisione del programma di acquisti (APP), infatti, si è limitata alla durata (stabilendo l’allungamento fino a marzo 2017) ma non l’aumento quantitativo mensile degli acquisti. Secondo Luca Noto, portfolio manager obbligazionario di Anima SGR: “in termini assoluti, la delusione può essere approssimata in circa 200/250 miliardi di acquisti in meno rispetto a quanto nelle attese degli operatori. Allo stesso tempo, però, sono stati introdotti degli elementi che migliorano la struttura e l’efficacia del QE”. Spiega: “il primo è l’inserimento nel piano di acquisti dei titoli regionali, per un valore di circa 250 miliardi, allungando la vita del programma; a seguire l’introduzione del principio di reinvestimento, che rafforza l’impegno della BCE nel mantenere elevato il suo bilancio per lungo periodo e ben oltre l’attuale scadenza degli acquisti”.

Tuttavia, in questo quadro di insoddisfazione si è perso un elemento di importante discontinuità, in quanto la BCE ha incrementato le misure accomodanti, in un contesto di crescita rivista al rialzo e inflazione pressoché stabile. Il successo delle misure non convenzionali, a detta di Draghi, chiama un maggiore intervento condizionato al raggiungimento del target di inflazione del 2%. Afferma Marco Palacino, Managing Director per l’Italia di BNY Mellon IM: “i mercati si sono dimostrati delusi dalle dichiarazioni odierne di Draghi. Nell’immediato, l’euro si è rafforzato superando la soglia degli 1,08 dollari e i principali mercati europei hanno perso terreno, con il FTSE Mib in calo dell’1,6% a un’ora dall’annuncio. Nonostante la reazione di brevissimo periodo, crediamo che Draghi possa ben dire di avere, ancora una volta, mantenuto le promesse fatte in precedenza”. La BCE continua a estendere il proprio piano di acquisto titoli, sia a livello temporale sia in termini di emissioni acquistabili. I mercati probabilmente si attendevano un taglio dei tassi di deposito superiore a 10 punti base ma (proprio come negli annunci passati) il discorso di Draghi lascia aperta la porta a nuove manovre nel corso dei prossimi mesi, a seconda di quelle che saranno le necessità dell’economia dell’Eurozona.

Ma cosa comporta per gli investitori la decisione della BCE?

Continua Palacino: “se le stime di crescita dell’istituto per l’Eurozona (+1,5% nel 2015, +1,7% nel 2016 e +1,9% nel 2017) si dimostreranno realistiche, i mercati azionari potrebbero conoscere tre anni di crescita modesta, intervallati però da picchi di volatilità acuta. I listini dei Paesi centrali e semi-centrali dell’Europa potrebbero essere i favoriti”. E per quanto riguarda i titoli di Stato, il programma di QE ha già esercitato pressioni al rialzo sui prezzi aumentando artificialmente la domanda centrale di obbligazioni, a fronte di emissioni relativamente contenute. I gestori specializzati in reddito fisso di Standish (BNY Mellon) si aspettano che le emissioni di titoli governativi europei diminuiscano ancora nel 2016, scendendo da circa 216 miliardi a 190 miliardi di euro. Conclude il manager: “questo processo, abbinato all’estensione del programma di QE, potrebbe portare i prezzi dei titoli di Stato a salire ancora, generando guadagni in conto capitale per chi era già investito ma causando non pochi grattacapi a chi invece vorrebbe allocare nuove risorse nel reddito fisso europeo. La costante immissione di liquidità avrà anche l’effetto di mantenere i default del credito societario a livelli relativamente bassi, al netto dell’influenza del prezzo del petrolio (che comunque si avvertirà sugli high yield statunitensi più che su quelli europei)”.

Secondo Cosimo Marasciulo, head of government bonds di Pioneer Investments, “ci sono delle divisioni all’interno della stessa BCE in tema di ulteriore allentamento monetario. In ogni caso, nelle prossime settimane si capirà meglio. E la promessa di Draghi di rivedere nel I trimestre del 2016 la struttura e i tecnicismi dell’intero programma potrebbe contenere l’attuale reazione a caldo e rispristinare la protezione di Draghi sui mercati finanziari”. Gli ulteriori stimoli annunciati dalla BCE potrebbero avere un impatto marginalmente positivo sulle prospettive dell’Eurozona. "Gli investitori che si sono lasciati sorprendere dovranno imparare a guardare con più attenzione i dati macro e a non aspettarsi che la BCE punti sempre a tranquillizzarli", commenta Azad Zangana, senior european economist & strategist di Schroders. "Ora attendiamo le decisioni della Fed di questo mese. Presumendo che Janet Yellen faccia quanto annunciato questa volta e rialzi i tassi di interesse in linea alle attese del mercato, potremmo assistere a una ripartenza del trend ribassista dell’euro", conclude.