Consapevole dei tanti dubbi sull'applicazione pratica che aleggiano attorno ai regolamenti, Schroders ha prodotto un'ampia guida a cui FundsPeople ha avuto accesso in esclusiva. In questo articolo analizziamo le sfide e le conseguenze che avrà la nuova MiFID.
In primo luogo, è molto probabile che si assisterà a un impatto diretto sulla creazione del prodotto finanziario poiché le modifiche alla MiFID implicano che la preferenza per la sostenibilità sia definita in modo così tecnico.
“Alcuni potrebbero trovare utili le tre opzioni di preferenza per la sostenibilità come metrica per filtrare i prodotti. Ma la realtà è che le tre opzioni insieme non descrivono nel loro in maniera completa i prodotti di investimento e il loro approccio all'investimento sostenibile", afferma Anastasia Petraki, Sustainability Investment director di Schroders. A loro avviso, presi isolatamente, possono solo fornire un quadro incompleto di un prodotto e non coglierebbero l'obiettivo di investimento dello stesso, il processo, le caratteristiche di sostenibilità che promuove o gli obiettivi di sostenibilità che persegue (se presenti).
Sfide nella disponibilità delle informazioni
Inoltre, ci sono sfide da fronteggiare in merito alla disponibilità di dati e informazioni. Il più grande quando si tratta di applicare le modifiche alla MiFID (e che è indipendente dai dati), secondo Petraki, è come mettere a sistema quattro elementi:
- I requisiti legali altamente prescrittivi e il linguaggio tecnico in cui sono definite le preferenze di sostenibilità.
- Le aspettative dei clienti e il modo non tecnico in cui possono essere espresse.
- La realtà del mercato e la gamma di prodotti disponibili.
- Quali prodotti di investimento vengono offerti ai clienti e come lo si fa.
L'esperta prevede un processo di confronto continuo tra i consulenti e i loro clienti. "Sarà essenziale comprendere le caratteristiche del set di prodotti esistente, spiegare concetti complessi e gestire le aspettative dei clienti", sottolinea.
Margine di miglioramento
È opinione diffusa nel mercato che l'applicazione della nuova valutazione delle preferenze di sostenibilità all'inizio non sarà perfetta e che si imparerà di più con il tempo. L'aspettativa è che i nuovi standard vengano applicati facendo attraverso uno sforzo iniziale comune. "Ciò si riflette in qualche modo nelle linee guida proposte dall'ESMA e nell'uso ripetuto della parola potrebbe invece di dovrebbe”, afferma Petraki.
Il condizionale insomma dovrebbe aggiungere una certa flessibilità all'intero processo. Il prossimo grande cambiamento arriverà quando i modelli SFDR di livello 2 entreranno in vigore a partire dal 2023. Questi modelli aggiungeranno parte del contesto necessario per comprendere come i prodotti riusciranno a realizzare investimenti sostenibili. "Con l'entrata in vigore di nuovi regolamenti sul reporting aziendale e le revisioni già in atto dei regolamenti esistenti, la strada da percorrere è ancora lunga", riconosce l'esperto.
L'altra grande domanda alla quale si dovrà rispondere è come i clienti esprimeranno le loro preferenze di sostenibilità. In che misura si conformeranno alla definizione normativa e se, a seguito di questo processo, emergerà una preferenza per aspetti specifici della costruzione del prodotto. "Come sempre accade con le normative sulla sostenibilità, possiamo aspettarci un processo in continua evoluzione", conclude.