La probabilità di rialzo dei tassi Fed passa dal 34% al 32%

Emilio_Quintana
foto: autor Emilio Quintana, Flickr, creative commons

Dopo la diffusione lo scorso venerdì del rapporto americano sull’occupazione, la probabilità di un rialzo dei tassi da parte della Fed il prossimo 21 settembre è passata dal 34% al 32%. Questo giovedì il board della BCE, secondo alcuni analisti, potrebbe decidere di estendere il piano di Quantitative Easing di sei mesi, a seguito della revisione al ribasso delle stime macroeconomiche. “Ciò potrebbe implicare anche la necessità di riaggiustare i parametri del QE, in particolar modo quello del floor del tasso di deposito. La modifica della regola del “capital key” sarebbe, invece, più problematica in quanto politica”, commenta Alberto Biolzi, responsabile advisory di Cassa Lombarda.

E continua: “un nulla di fatto è atteso dalle altre banche centrali: la Riserve Bank of Australia martedì dovrebbe confermare i tassi all’1,5%; mercoledì la Bank of Canada dovrebbe lasciarli allo 0,5%, mentre la Riksbank svedese a -0,5%. In settimana è prevista emissione da parte di Germania, Austria e Irlanda di nuove obbligazioni governative per circa 8 miliardi di euro, contro le emissioni per 31 miliardi di euro della scorsa settimana. La finestra per nuove operazioni sindacate resterà, comunque, aperta e alcuni Paesi potrebbero approfittarne in anticipo, considerando i 27 miliardi di euro di nuove emissioni previste a fronte di 50 miliardi di euro di scadenze della prossima settimana”. E conclude: “la riduzione tattica dell’esposizione lunga ai periferici potrebbe essere guidata dai rischi legati al calendario di emissioni, alla risoluzione della crisi di MPS, al prossimo referendum costituzionale in Italia e allo stallo politico in Spagna”. E Sull’azionario? “Gli investitori dovrebbero continuare a privilegiare i titoli con un buon momentum per evitare sorprese negative sul fronte degli utili aziendali che, nel corso del prossimo trimestre, potrebbero essere dietro l’angolo”.