Quest'anno l'Italia è uscita da una profonda e lunga recessione. E per il 2016 ci si attende un Pil con un rotondo segno più. Luca Mezzomo, responsabile macro & fixed income research di Intesa Sanpaolo, racconta la lenta ripresa.
A dirlo, tra gli altri, sono anche i dati Istat. Quest'anno l'Italia è uscita da una profonda e lunga recessione. E per il 2016 ci si attende un Pil con un rotondo segno più. Fitch ha già alzato a “stabili” da “negative” le prospettive per le banche italiane di riflesso alle attese di una modesta ripresa economica, accompagnata da una crescita degli impieghi, da una moderata redditività e dal miglioramento della capacità interna di generazione di capitale. Insomma "here come the sun", dice Luca Mezzomo, responsabile macro & fixed income research di Intesa Sanpaolo, prendendo a prestito la famosa canzone dei Beatles. Il Paese è in fase di trasformazione. "La situazione si è sbloccata, ma la ripresa economica è ancora debole e lenta".
A far da traino, secondo l'esperto di Intesa San Paolo, c'è la piccola crescita della domanda interna. Non si tratta d'investimenti pubblici ma dei consumi delle famiglie e per due motivi sostanziali: l'andamento occupazionale e un clima di fiducia generale. Ma davvero l'Italia si sta trasformando da rana a principessa? Parafrasando il titolo "From frog to princess? The Italian recovery and the challenge of the global slowdown" del convegno che Luca Mezzomo ha tenuto al Lugano Fund Forum, la metamorfosi è in atto. "Ci sono dei piccoli segnali di miglioramento. Penso che il potenziale consolidamento della ripresa ci sia, anche grazie alle riforme del governo, ma va sostenuta. Per questo la nostra view sul 2016 è positiva, ma più contenuta rispetto a quella del governo". Nello specifico (come si vede nel grafico sotto) la crescita prevista dal team di ricerca dell'istituto finanziario per il 2016 si ferma a un +1,2%, rispetto al +1,6% stimato dall'esecutivo di Matteo Renzi.
Tra le preoccupazioni c'è il rallentamento economico dei Paesi in via di sviluppo. I mercati emergenti, ad esempio, rappresentano una piccola ma significativa quota delle esportazioni totali dell'Italia. Come spiega il manager, fornendo un quadro esaustivo, i Paesi dell'Opec, ma anche Brasile, Turchia, Cina e Russia hanno frenato le importazioni. "I mercati emergenti rappresentano una minaccia significativa ma non decisiva", dice Mezzomo che si aspetta poi una certa stabilizzazione in questi mercati.
In generale le condizioni finanziarie in Italia stanno migliorando. "Le politiche della BCE e il miglioramento delle prospettive di rischio manterranno il costo medio del debito pubblico italiano a livelli bassi. L'aritmetica della sostenibilità del debito sta dunque migliorando", conclude l'esperto di Intesa San Paolo. "Vediamo una possibilità di over-performance correlata alle riforme e miglioramenti di rating, se le riforme continueranno ad essere attuate".