L'annuale conferenza di Amundi a Parigi ha riunito un gruppo di personalità di grande prestigio internazionale. Tra questi il premio Nobel per l'economia Robert Shiller, uno degli economisti più influenti al mondo.
L'annuale conferenza di Amundi, con clienti e giornalisti europei al Louvre di Parigi, ha riunito un certo numero di personalità di grande prestigio nel mondo dell'economia e della finanza. Che nei due giorni dell'evento non hanno esitato a discutere e confrontarsi sull'attuale situazione economica e geopolitica. Tra le guest star anche Robert J. Shiller, premio Nobel per l'economia nel 2013 e considerato da molti come uno dei 100 economisti più influenti al mondo.Nel account twitter di Amundi (@Amundi_ENG), la casa d'investimento francese ha pubblicato le opinioni più importanti di Shiller.
Raccogliamo dunque 10 tweet che, per significato e importanza, rappresentano il punto di vista di Robert J. Shiller, in modo da poter aiutare l'investitore ad affrontare le sfide del mercato attuale e comprendere quali decisioni prendere. Prima però è importante sottolineare che, come ha detto il famoso economista, "nella terza edizione del mio libro Irrational Exuberance, ho deciso di non essere così pessimista come lo sono stato nella prima edizione".
1) La situazione attuale è caratterizzata da un senso di ansia. Le persone sono molto più preoccupate per il loro futuro, molto di più che in passato.
2) I mercati sono influenzati da idee che si diffondono da persona a persona. La gente vede che il prezzo degli asset aumenta, iniziare a parlarne e cercare di trovare degli argomenti per giustificare l'aumento degli asset. Questo contagio è la causa per cui si creano le bolle. I media hanno un ruolo fondamentale per prevenire la diffusione di queste influenze. La crisi giapponese è il risultato di una reazione eccessiva del mercato al successo economico del Paese negli anni '90.
3) In generale, durante la crisi finanziaria, le banche centrali hanno fatto bene. Avremmo potuto avere una grande depressione. C'è una tendenza dei media ad accendere troppo i riflettori su ciò che fanno le autorità monetarie.
4) L'Europa potrebbe registrare per altri vent'anni bassi tassi di crescita economica, ma non è una previsione. Sono più ottimista sulla macroregione.
5) Tra vent'anni, nessuno si ricorderà più dell'attuale crisi in Grecia. Se il Paese avesse usato un certo tipo di obbligazioni legate alla crescita del PIL, la crisi non si sarebbe verificata. Le obbligazioni legate alla crescita sono il futuro delle finanze pubbliche.
6) La Grecia è un mercato assolutamente conveniente. Sono tentato di investire nel Paese, anche se ancora non l'ho fatto. Gli Stati Uniti, dall'altra parte, dovrebbero continuare a far parte di un portafoglio diversificato. Odio dire questo del mercato del mio Paese, ma penso che sia arrivato il momento di ridurre la mia esposizione. Le azioni americane sono troppo care.
7) Negli ultimi vent'anni i tassi d'interesse dei titoli obbligazionari sono in calo. Non è una tendenza che ha avuto inizio nel 2008, ma è cominciata già da due decenni. E non è solo il risultato delle politiche delle banche centrali. Il calo è stato anche causato dalla riduzione dell'inflazione.
8) Nei prossimi decenni le disuguaglianze potrebbero diventare terribili. Se questa tendenza continua, sarà necessario imporre una tassa pari al 75% sui ricchi. La tecnologia e i computer hanno sostituito molti posti di lavoro. Alcune persone pensano che non dobbiamo preoccuparcene. Io invece credo di sì.
9) La finanza è spesso riluttante all'innovazione. Io penso che le crisi, alla fine, sono sempre un buon punto di partenza.
10) Se metti una tassa sulle transazioni finanziarie in un singolo Paese, il denaro andrà in un altro Paese.