È necessario trasformare completamente il tradizionale ruolo affidato dalle teorie di Markowitz al reddito fisso. Se ne parla nella tavola rotonda virtuale organizzata da FundsPeople sul ruolo di questa asset class.
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Il 2020 è stato un anno importante e travagliato per il mercato fixed income, a marzo infatti ha dovuto affrontare una serie di sell off indiscriminati che hanno determinato delle forti dislocazioni di prezzo. Tale situazione è stata immediatamente placata dagli interventi delle Banche centrali, che hanno fatto ripartire in maniera sostenuta i flussi su vari segmenti obbligazionari. Secondo BlackRock il reddito fisso oggi deve affrontare 5 importanti sfide e proprio questo è l'argomento dell'ultima tavola rotonda virtuale organizzata in collaborazione con FundsPeople.
“Alla luce dei cambiamenti strutturali verificatisi ad inizio anno, è cambiato, ancor di più, il ruolo del fixed income all’interno dei portafogli multiasset”, commenta Andrea Favero, head of Asset Managers di BlackRock Italia, che evidenzia appunto il primo tema della questione. A questo l’esperto sottolinea anche un evidente blending di strategie attive e indicizzate, dove “L’ETF viene scelto soprattutto per esporsi a fattori macro e di stile, mentre alla parte attiva viene lasciato il compito di catturare la componente idiosincratica dei rendimenti”, aggiunge. La terza prova da superare oggi è rappresentata dalla liquidità, che da marzo è diventato un concetto cruciale, pertanto la domanda da porsi è la seguente: quanta ne voglio allocare nel portafoglio? Un quarto aspetto ancora da considerare è legato alla diversificazione, che è diventata sempre più complicata ed è necessario fare affidamento su altre fonti. Infine l’ultima sfida che dovranno affrontare gli investitori obbligazionari secondo BlackRock è la transizione ad un portafoglio ESG, che è già in corso e si sta accelerando anche nel mondo del reddito fisso.
Trasformare i rischi in opportunità
Rendimenti bassi o negativi non significano necessariamente performance negative, semplicemente un tale contesto richiede nuove capacità ai gestori obbligazionari e multiasset, quelle di ricercare nuove fonti di rendimento per diversificare al meglio il portafoglio, andando a trasformare completamente il tradizionale ruolo affidato dalle teorie di Markowitz al reddito fisso.
Secondo Gianluca Piacenti, head of Funds of Funds di Amundi SGR l’obbligazionario continua ad avere un’importanza cruciale nella gestione del profilo di rischio. “Nelle gestioni flessibili il rischio non è costante, ma è presente un effetto fisarmonica, secondo cui c’è molto più spazio di manovra in regimi di bassa volatilità, mentre nelle situazioni di forte stress c’è minore possibilità di agire”, commenta il gestore. “Oggi è necessario reperire rendimento da diverse forme di credito e la costruzione dei portafogli risulta quindi più diversificata, ci sono per esempio maggiori prodotti a spread, sia nella parte dei Paesi core che negli emergenti, la gamma di possibilità è più variegata”, sottolinea.
“Ai livelli attuali nei tassi d’interesse, le questioni principali rimangono la ricerca di carry a bassa duration, la compressione degli spread nei segmenti di mercato dove questa è maggiormente realizzabile e una più elevata attenzione alla gestione della volatilità”, afferma Francesco Moreschi, senior portfolio manager Multi-Manager di Anima SGR. Come si possono quindi trasformare i rischi in opportunità? “Le strategie total o absolute return possono aiutare grazie ad una gestione più dinamica della duration e un approccio relative value che permetta posizionamenti lunghi e corti per sfruttare le discrepanze di prezzo tra titoli fortemente correlati tra loro”, dichiara il fund buyer. “Il fixed income è un’asset class che è diventata sempre meno buy and hold nel corso degli ultimi anni specialmente in certi segmenti di mercato, mostrando quindi una volatilità realizzata diversa da quella a cui eravamo abituati”, conclude.
Per Davide Guzzi, responsabile Prodotti Flessibili a finestra e strategie di overlay di Eurizon Capital SGR, è cambiata la natura di questa asset class e di conseguenza il modo di usarla. “Nei bond governativi dei Paesi sviluppati abbiamo assistito ad una convergenza di tutti i tassi nominali su livelli bassissimi o negativi, determinando una scarsa segmentazione del mercato, che invece si è accentuata nei corporate ed EM bond”, spiega. “Venuto meno il loro ruolo di diversificatori e di income provider, la funzione rimasta per i bond governativi è di rappresentare strumenti di hedging, specie in relazione a rischi di coda, tramite un approccio gestionale dinamico e flessibile e sfruttando gli interventi massicci delle Banche centrali”, chiarisce l’esperto.
Cambia l’approccio al reddito fisso anche secondo Federico Mosca, Responsabile Investimenti Multiasset di Arca Fondi SGR. “Abbiamo incrementato i bond corporate rispetto i governativi, abbiamo assunto un approccio più globale che locale, con più titoli emergenti e high yield, la complessità del portafoglio aumenta inevitabilmente, ma è l’unico modo per garantire diversificazione”, ribadisce il gestore. “Sono necessarie gestioni flessibili, attive, di dinamic allocation, in cui il problema non è quello di fronteggiare il minore rendimento atteso, ma risolvere il problema delle minori opportunità di diversifcazione”. “Tuttavia un giusto equilibrio continua a ripagare, per esempio a marzo abbiamo avuto la dimostrazione che avere in portafoglio rischio duration dei governativi, diversifica nelle situazioni di forti shock”, conclude.