Le aziende vedono la luce in fondo al tunnel, con la Cina che guida la ripresa

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Aaron Burden (Unsplash)

Rallentamento economico in atto, ma con prospettive di recupero già entro la fine dell’anno. Il tradizionale Analyst Survey di Fidelity International offre una visione privilegiata del sentiment che si respira nelle aziende globali e delle loro previsioni macroeconomiche per i prossimi mesi. E il messaggio finale è: c’è luce in fondo al tunnel, con la Cina in testa alle aspettative di crescita degli utili globali.

L’Analyst Survey studia le opinioni degli analisti di Fidelity presenti in tutto il mondo, aggregando le informazioni bottom-up provenienti dalle circa 15.000 interazioni con le singole società per individuare le tendenze chiave nel panorama aziendale.

Alla domanda in quale fase del ciclo ci si trova attualmente, il 60% degli analisti ha risposto che il settore coperto è già in fase di rallentamento, con una recessione superficiale o peggio. Ma il dato importante proviene dalla previsione di medio termine: più della metà degli analisti prevede infatti che il ciclo economico tornerà positivo entro la fine del 2023.

In altre parole, la maggior parte degli analisti prevede una recessione, ma piuttosto di natura tecnica. Ben lontana da crisi precedenti come quella del 2008 o del 2020. E questo è confermato dal fatto che per la metà dei settori si prevede una crescita dei ricavi nei prossimi 12 mesi. Non sorprende, tuttavia, che questa ripresa si verifichi maggiormente nei settori più difensivi, come si può vedere nel grafico qui sotto.

Più nel dettaglio, il 74% degli analisti di Fidelity afferma che gli amministratori delegati delle società da loro coperte prevedono una crescita degli utili nei prossimi 12 mesi. E non sarà solo una questione legata agli aumenti dei prezzi per l’inflazione. La risposta più comunemente citata nei settori della sanità, dell'ICT, delle utilities, dei materiali e dei consumi per spiegare la ripresa degli utili è il miglioramento della domanda finale.

Anche le pressioni sui costi raggiungeranno il picco nella maggior parte dei settori e delle regioni nella prima metà dell'anno. La Cina, supponendo che la sua scommessa sulla riapertura vada a buon fine, tornerà ad alzare la testa e le aziende del settore dei materiali, dei servizi di pubblica utilità e della tecnologia torneranno ad investire, spinte in parte dalla transizione ambientale.

La Cina guida la ripresa

In questo cauto ottimismo degli analisti di Fidelity, spicca una regione: la Cina. Il Dragone è in testa in termini di aspettative di crescita dei ricavi. La maggioranza degli analisti che coprono la regione prevede una crescita dei ricavi quest'anno, la percentuale più alta di tutte le regioni.

A conferma di questo trend rialzista, negli ultimi sondaggi mensili di Fidelity, che tracciano le variazioni a breve termine del sentiment, la Cina appare come l'unica regione in cui gli analisti di Fidelity hanno rilevato fiducia tra i dirigenti aziendali a dicembre e gennaio. Ricordiamo che a dicembre la Cina ha iniziato ad allentare le restrizioni e a prepararsi alla riapertura.

Il rovescio della medaglia: meno M&A

Detto questo, ci sono anche parti del sondaggio che danno segnali meno positivi. Gli analisti prevedono un aumento delle insolvenze del debito nei prossimi 12 mesi. Inoltre, la recente crescita delle remunerazioni degli azionisti si attenuerà, mentre l'attività di fusioni e acquisizioni rallenterà, con il 73% degli analisti che afferma che le operazioni previste saranno acquisizioni più piccole, di tipo bolt-on. Circa i tre quarti (74%) sostengono che, per il momento, l'obiettivo principale dei consigli di amministrazione è il contenimento dei costi e il rafforzamento dei ricavi, piuttosto che gli investimenti per la crescita o il conseguimento di rendimenti per gli azionisti.