Le azioni europee valgono una scommessa

Aldo_Martinale
immagine ceduta

"Sul fronte obbligazionario è difficile fare considerazioni sull’esistenza di uno spazio di up-side e sulla sua entità considerando i rendimenti e gli spread già estremante compressi, ma è un dato di fatto che il QE 'senza scadenza' di Draghi è destinato ad assicurare un importante supporto alle quotazioni". Parola di Aldo Martinale, responsabile funzioni studi e analisi di Banca Intermobiliare. Aggiunge: “con riferimento al comparto azionario, al di là di fisiologiche fasi di consolidamento dopo il repentino movimento di queste prime settimane dell’anno, continuiamo a ritenere attraenti le prospettive per le Borse europee. Anche perché al ruolo determinante dell’effetto liquidità del QE si dovrebbe aggiungere il contributo di una fase di miglioramento ciclico dell’economia, il crollo del prezzo del petrolio, la debolezza dell’euro: ci sono gli elementi per movimenti di pull-back (anche perché resta da verificare l’evoluzione della politica della FED), ma lo scenario resta a favore di un rafforzamento del dollaro”. Inoltre si assiste al “miglioramento del ciclo del credito e c’è qualche passo avanti sul processo riformatore”.

Ma quali sono i rischi? Il principale fattore di rischio è la presenza di variabili esogene, sulle quali per definizione è difficile avere una elevata visibilità, anche se il QE, entro certi limiti, costituisce un importante 'anestetizzante'. L’esogena di maggiore attualità è sicuramente rappresentata dal caso Grecia. “L’Europa (nella sostanza la Germania) deve muoversi tra il timore di favorire l’azzardo morale da parte dei paesi meno virtuosi nel caso di eccessive concessioni alla Grecia e il rischio di mettere nuovamente sotto pressione i paesi periferici nel caso in cui abbandoni la Grecia al suo destino”. Anche sulla base di quanto circolato sinora lo spazio per un compromesso dovrebbe essere trovato su un riscadenziamento del debito e su un allentamento dei vincoli imposti a livello di bilancio primario in cambio di un preciso impegno del Governo greco sul fronte delle riforme.

Andrebbe in questo senso l’indiscrezione riportata dal Financial Times secondo cui il nuovo Ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, avrebbe fatto la proposta di uno swap sul debito che prevede la sostituzione dei finanziamenti dell’Unione Europea con bond indicizzati alla crescita nominale, la trasformazione in bond perpetui dei Governativi greci detenuti dalla BCE e nessun intervento su quelli detenuti dal FMI e dai privati. “Chissà se in questa delicata trattativa può rappresentare (o meno) un elemento di aiuto la specializzazione universitaria di Varoufakis sulla teoria dei giochi, ovvero lo studio sull’assunzione di decisioni strategiche in situazioni dove persone con interessi differenti provano a massimizzare i loro guadagni e minimizzare le loro perdite”, conclude.