Gli acquisti saranno portati avanti almeno fino al settembre 2016 e in ogni caso fino a quando il Govening Council vedrà un sostenibile aggiustamento nell’evoluzione dei prezzi che sia consistente con il raggiungimento di un obiettivo di tasso di inflazione inferiore, ma prossimo al 2%, sul medio periodo. È questo il passaggio chiave della conferenza di Draghi che ha sorpreso al rialzo i mercati. Di fatto il QE annunciato non ha una scadenza e, quantomeno in linea teorica, l’espansione del bilancio della BCE può andare anche significativamente oltre al trilione di euro a cui lo stesso Draghi aveva fatto riferimento. Spiega Aldo Martinale, responsabile funzioni studi e analisi di Banca Intermobiliare che un altro punto delicato era quello della condivisione del rischio, alla fine risultata decisamente limitata (intorno al 20%): “è pacifico che un più alto livello di risk-sharing avrebbe fornito un segnale decisamente forte e a ben pensarci anche sorprendente. Considerando, infatti, l’ammontare in ballo, si sarebbe di fatto trattato della mutualizzazione di una rilevante parte del debito dei paesi europei, passaggio per cui al momento non sembrano ancora esserci le condizioni, soprattutto politiche”.
Le Borse europee beneficeranno della manovra di Draghi attraverso l’effetto liquidità

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