Le caratteristiche comuni dei mercati ribassisti

freccia in basso
Ssama Azam, foto concessa (Unsplash)

Sebbene alcuni operatori dei mercati trovino rassicurante individuare una o due cause evidenti di una fase ribassista, la realtà è che generalmente si verifica una concomitanza di eventi, molti dei quali già incombenti da qualche tempo. "La debolezza degli utili aziendali, la volatilità elevata e la scarsa fiducia degli investitori sono prevalenti nella maggior parte delle fasi ribassiste, ma ciascuno di questi fattori presenta a sua volta caratteristiche uniche", spiegano Jonathan Hubbard, managing director Investment Solutions Group di MFS IM, e Soumya Mantha, research lead analyst Investment Solutions Group.

A titolo di esempio, i due esperti evidenziano che negli anni Settanta il caro energia, l'inflazione generalizzata ed il coinvolgimento degli Stati Uniti nella guerra del Vietnam hanno condotto ad una dolorosa fase di mercato ribassista dal 1973 al 1974, con un calo del 48% dei prezzi azionari. Nel 2008, gli eccessi speculativi nel settore immobiliare residenziale sono stati amplificati da un sistema bancario sovraindebitato ed interconnesso, mentre la fase ribassista più breve della storia, nel 2020, è stata innescata da una pandemia globale e dalla conseguente chiusura delle economie, ed è stata seguita dalla ripresa più rapida di sempre. Ma cosa caratterizza un mercato orso?

Flessione dei prezzi azionari

I dati presentati dai due esperti mostrano che dal 1929, il calo medio dei prezzi durante una fase di mercato ribassista è stato pari al 35 per cento. "Il peggiore ribasso (-61%) nel periodo dal 1931 al 1932 e la perdita più contenuta (-20,6%) dal 1948 al 1949. Sebbene la durata delle fasi ribassiste possa variare sensibilmente, in media questi periodi si sono prolungati per circa 200 giorni di borsa, ossia 11 mesi. A fine 2022, l'attuale mercato al ribasso perdurava da 251 giorni di borsa, ma non è chiaro se abbia raggiunto il punto di minimo", osservano.

A loro avviso, la buona notizia è che le fasi ribassiste tendono ad essere molto più brevi di quelle rialziste: il 78% dei giorni di borsa dal 1929 rientra infatti in una fase di mercato al rialzo.

Calo degli utili aziendali

Hubbard e Mantha sottolineano che durante le fasi ribassiste si è sempre osservata una flessione significativa degli utili aziendali, con un calo medio del 33% dal 1926, in quanto consumatori ed aziende tendono a tagliare le spese. I consumatori svolgono un ruolo importante nell'economia statunitense, dato che circa il 70% dei consumi è attribuito alla spesa dei consumatori. "Nel 2022, gli utili hanno mostrato una tenuta relativamente buona, con una flessione a cifra singola. Tuttavia, gli utili aggregati sono stati sostenuti dalla forte crescita dei profitti del settore energetico", dichiarano.

Sentiment degli investitori

I rapporti sul sentiment degli investitori possono essere difficili da interpretare, in quanto tendono a basarsi su sondaggi. Tuttavia, il prezzo che gli investitori sono disposti a pagare a livello di mercato aggregato può fornire una buona indicazione del sentiment basata sul mercato, specialmente agli estremi.

"Ad esempio, il fervore speculativo degli investitori nel 2021 si è tradotto in un multiplo di mercato di 34x gli utili trailing nel primo trimestre, rispetto ad una media a lungo termine attorno a 19x. Per contro, al culmine della crisi finanziaria globale nel 2009, il sentiment era così basso che gli investitori erano disposti a pagare solo 11x gli utili. Nel 2022 le valutazioni sono oscillate fra 26x ad inizio anno e 17x a metà ottobre, per poi attestarsi a 18,7x a fine anno", evidenziano.

Stress sui mercati del credito

I mercati al ribasso sono spesso accompagnati da fasi di stress sui mercati del credito, a causa del rallentamento dei ricavi, della compressione dei margini di profitto e del maggior rischio di insolvenza di alcuni emittenti. Secondo gli esperti, il livello di stress dipende tendenzialmente dalla solidità dei bilanci prima della fase ribassista, dalla durata di tale fase e dalla capacità di accedere a nuovi crediti o di rifinanziare quelli esistenti. "Sebbene gli spread abbiano registrato un certo ampliamento rispetto a valori vicini ai minimi di sempre, non si è ancora osservato uno stress sostanziale sui mercati del credito", fanno notare.

Banche centrali

Le banche centrali tendono a concentrarsi su crescita, inflazione ed occupazione, ma hanno anche un ruolo importante come prestatori di ultima istanza ed elementi di stabilità durante gli shock dei mercati. La Federal Reserve ha svolto questo ruolo diverse volte negli ultimi anni, ad esempio durante la crisi finanziaria globale e lo shock pandemico.

"Nelle fasi ribassiste, la Fed tende ad assumere un orientamento più accomodante tramite un allentamento della politica monetaria sotto forma di taglio dei tassi di riferimento. Rispetto a precedenti mercati al ribasso, la Fed è oggi impegnata a contrastare un'inflazione elevata, che ne complica il lavoro. "Il contenimento dell'inflazione ha un'importanza tale da indurre la banca centrale statunitense a riconoscere che potrebbe occorrere una stretta monetaria, nonostante il rischio che questa possa causare una recessione", dicono i due esperti di MFS IM.

Rally di mercato ribassista

Una delle caratteristiche più interessanti delle fasi ribassiste è il rally di mercato ribassista – un'improvvisa impennata delle quotazioni che induce gli investitori a chiedersi se il ribasso abbia già raggiunto il punto di minimo o se il rally sia solamente illusorio. "La lenta ed estenuante fase di mercato al ribasso del 2000-2002 si è tradotta in tre anni consecutivi di rendimenti negativi, con un ribasso dal picco al minimo del 49%. Tuttavia, è stata anche caratterizzata da tre forti rally di mercato ribassista con rialzi del 19% o superiori", concludono.