Le sette diapositive per capire il perché l'Asia deve essere presente in portafoglio

-
Immagini cedute

L'influenza economica e politica dell'Asia nel mondo è in continua crescita, eppure molti investitori italiani continuano a trascurare questa regione in fase di asset allocation. È un mercato in molti casi poco conosciuto che, alla fine, fa sì che questo venga ignorato. Diversi asset manager sottolineano l'importanza di una regione che ospita il 44% della popolazione mondiale. È il caso di Allianz Global Investors, che ha recentemente tenuto in Berlino la sua decima Allianz Global Investors Asia Conference, un evento nel quale la società si focalizza esclusivamente sull'identificazione delle migliori opportunità di investimento in un mercato ritenuto fondamentale. Diversi top manager della casa tedesca hanno dato le dieci ragioni tali per cui l'Asia dovrebbe essere presente in un portafoglio.

1. Quando guardiamo alla regione, il primo Paese che viene in mente all'investitore è la Cina, il che è logico considerando che si tratta della seconda economia al mondo. Per questo motivo, Neil Dwane, global strategist dell'asset manager tedesco (al centro nell'immagine), sottolinea il fatto che il gigante asiatico è un'economia che è riuscita a riequilibrarsi nel tempo e che oggi si basa su tre pilastri: crescita, stabilità e riforme. Solo un dato per cercare di capirne la grandezza: nel 2016, la crescita economica della Cina è stata pari a quella della somma del PIL di Svizzera, Belgio, Polonia e Irlanda.

-

2. Entrando nel dettaglio, Dwane sottolinea come la Cina stia cambiando il proprio modello di crescita, sempre meno basato sulle esportazioni e più cimentato sulla domanda interna, soprattutto grazie all’urbanizzazione (ogni anno 45 milioni di cinesi lasciano le zone rurali per iniziare una nuova vita urbana, con tutto ciò che ne consegue a livello di consumi). A livello regionale, tutto porta a pensare che i consumi delle famiglie dell'Asia emergente si rafforzeranno grazie a una maggiore mobilità e a internet. Si stima che 4 miliardi di persone faranno parte di questa categoria.

-

3. In questa forte crescita del consumo prevista in Asia, la tecnologia rappresenterà la chiave. E in questo segmento la regione è molto avanzata. Basti pensare che, attualmente, il mercato dei pagamenti digitali in Cina è 50 volte più grande rispetto a quello degli Stati Uniti. La Cina spende di più in ricerca e sviluppo rispetto all'UE e quest'anno dovrebbe superare anche gli USA. In generale, l'Asia ha una chiara leadership nei pagamenti digitali rispetto al resto del mondo. I contanti stanno man mano perdendo popolarità nella regione e le nuove tecnologie favoriscono questo cambiamento. Le perturbazioni tecnologiche stanno penetrando nel settore finanziario, il che fa sì che in alcuni Paesi sempre più cittadini diventino parte del sistema. "A Hong Kong non hai bisogno di una carta di credito, ma solo del tuo smart phone. Le aziende dirompenti sono state i grandi vincitori dei mercati azionari negli ultimi anni. Se le riforme continueranno, la Cina dovrebbe svolgere un ruolo importante in questo senso", afferma Dwane.

-

4. Le grandi sfide che l'Asia deve affrontare possono trasformarsi, allo stesso tempo, in opportunità di investimento molto interessanti. Una delle più evidenti è la lotta contro l'inquinamento. "Una questione cruciale nella regione. Le società asiatiche sono in un certo senso ‘costrette’ a considerare l'ESG più seriamente", afferma Raymond Chan, CIO Equity Asia Pacific di Allianz Global Investors (a sinistra nell'immagine).

-

5. Sebbene la Cina abbia un peso specifico molto elevato nella regione, non bisogna dimenticare il Giappone e le opportunità che il Paese offre. Forse, in questo momento, il fattore più interessante per gli investitori è la valutazione del mercato nipponico. "L'attuale P/E dell’MSCI Japan è di 14,3 volte, contro le 14,1 di dicembre 2012. Sarebbe a dire che si è mosso appena. Tuttavia, la valutazione dell’MSCI USA è aumentata da 12,6 a 18,4 volte, mentre nel caso dell’MSCI Europe è aumentata da 11,4 a 14,9 volte. "È possibile guadagnare denaro in Giappone, specialmente ora che uno yen più debole contribuirà ad aumentare i profitti delle imprese. Il mercato giapponese, non solo in yen, ma anche in euro, si è comportato negli ultimi anni come se non meglio di altri mercati", afferma Chan.

-

6. Nell'attuale contesto, caratterizzato dalla quasi disperata ricerca di rendimento, l'Asia offre interessanti opportunità. Nel debito high yield, ad esempio, è possibile trovare emissioni societarie denominate in dollari con rating BB con livelli del 5,1%. Se si dovesse scendere ulteriormente sulla scala della qualità del credito (verso B), queste aumenterebbero al 6,8%. Nel mercato del debito pubblico in valuta locale, i rendimenti potrebbero essere ancora più elevati. I titoli governativi indiani a 5 anni sono scambiati al 7,1%, mentre il debito pubblico indonesiano alla stessa scadenza offre il 6%. "Il carry è la chiave. L'high yield comporta dei rischi, ma il ratio di default è basso (2%). Inoltre, l'inflazione nei principali Paesi della regione continua all'interno degli obiettivi fissati dalle Banche centrali, e i bilanci delle partite correnti dei diversi Paesi è oggi più forte rispetto a 20 anni fa", afferma David Tan, CIO Fixed Income Asia Pacific di Allianz Global Investors (a destra nell’immagine).

-

7. Con questo motivo, Tan argomenta un'altra ragione, anch'essa di grande peso: anche i bond asiatici migliorano la frontiera efficiente in un portafoglio. È la settima e ultima diapositiva per la quale l'Asia dovrebbe svolgere un ruolo importante in qualsiasi portafoglio di investimento.

-