In occasione della terza tappa del FundsPeople Selector Roadshow di Dublino, fund selector e asset manager hanno illustrato le migliori strategie da adottare nel complesso contesto di mercato attuale.
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In occasione della terza tappa del FundsPeople Selector Roadshow di Dublino, fund selector e asset manager hanno illustrato le migliori strategie da adottare nel complesso contesto di mercato attuale.
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Nell’attuale panorama macroeconomico caratterizzato dalla lenta discesa dell’inflazione globale e da una crescita economica che a livello mondiale resta resiliente, il mercato si focalizza sulle prossime decisioni di politica monetaria delle principali Banche centrali, sulle elezioni presidenziali, in particolare quelle americane ed europee, sui rischi geopolitici e sulla volatilità del comparto energetico. Secondo le stime più recenti dell’FMI nel 2024 e nel 2025 il PIL mondiale segnerà un rialzo del 3,2 per cento. In occasione della terza tappa del FundsPeople Selector Roadshow organizzato da FundsPeople che si è tenuto il 18 aprile a Dublino, fund selector e asset manager hanno illustrato le migliori strategie da adottare in questo contesto complesso: dall’incontro è emerso che gli esperti del settore continuano a investire su azioni e obbligazioni e monitorano con molta attenzione la Cina, che sta ancora affrontando le conseguenze della crisi del settore immobiliare.
Parlando dell’attuale contesto di mercato, Alexander Roose, head of Equities di Decalia, spiega che “l’inflazione americana si sta riducendo più lentamente delle attese, elemento che ha ridotto la visibilità sulle future mosse di politica monetaria della Federal Reserve. Probabilmente la Fed taglierà i tassi di interesse solo dopo l’estate: così, restiamo ancora positivi sull’azionario, anche se siamo un po’ meno ottimisti rispetto al 2023 considerando che nell’anno in corso l’equity potrebbe essere caratterizzato da una sorta di consolidamento. Sul fronte degli utili societari ci aspettiamo invece delle sorprese positive”. Per quanto riguarda la geopolitica, l’esperto ritiene che “non abbia un grande impatto sui mercati in un’ottica di lungo periodo e che quindi non si possa costruire un portafoglio di investimento sulla base di questa variabile. L’aspetto su cui bisogna concentrarsi è il fatto che il rischio geopolitico può offrire anche delle opportunità: ad esempio, l'intera dinamica geopolitica tra Cina e Stati Uniti è stata enormemente vantaggiosa per i semiconduttori”. Nell’attuale contesto di mercato, prosegue Roose, dal punto di vista della strategia “cerchiamo di trovare società caratterizzate da modelli di business di qualità che abbiano una leadership in una nicchia e che si concentrino sull’innovazione. Sul fronte qualitativo effettuiamo molte ricerche e interagiamo tanto con i dirigenti delle aziende. A tutto questo va aggiunto un atteggiamento ottimista, perché quando sei un investitore azionario devi sempre guardare il bicchiere mezzo pieno”.
1/7In uno scenario di mercato complesso, Matteo Fornasier, chief investment officer di BBPM Life, si concentra sulla Cina. “Un aspetto cruciale è legato all’andamento dell’economia cinese e all’impatto che questa potrebbe avere sul PIL globale”, spiega l’esperto, evidenziando che “attualmente Pechino sta cercando di trovare un nuovo equilibrio e una nuova stabilità anche sul fronte della crescita. In generale, notiamo che i cinesi si stanno evolvendo in termini di preferenze, sulle abitudini di consumo e di risparmio: nel complesso, si stanno avvicinando sempre più alla cultura occidentale”. Fornasier aggiunge inoltre che “la Cina, mentre cerca di individuare delle soluzioni per uscire dalla situazione complessa in cui si trova, sta diventando più forte sul fronte dell’economia reale e del potere di acquisto delle persone. Tuttavia, attualmente il vero problema di Pechino da risolvere resta quello del settore immobiliare, una questione che potrebbe persistere per i prossimi cinque-dieci anni se il Governo non dovesse decidere di reagire con ulteriori politiche mirate al fine di ripristinare la crescita”.
2/7Giordano Beani, chief investment officer di Fideuram Asset Management Ireland, è “abbastanza sicuro del fatto che la Cina tornerà sulla sua rotta da un punto di vista di crescita economica. Tuttavia, una volta che Pechino avrà arginato la crisi immobiliare, bisognerà comunque vedere come performerà l’azionario, perché macroeconomia e mercati finanziari non sempre si muovono in sincronia”. In generale, per quanto riguarda la strategia di investimento, l’esperto pensa che “la cosa più importante da considerare quando si investe su una società quotata in Borsa nel lungo periodo sia la performance operativa dell’azienda. Altri elementi, come la geopolitica, influenzano il mercato solo nel breve periodo. Bisogna quindi capire da dove viene la crescita dell’impresa che si sta esaminando, che tipo di margini ha e se il livello e l’incremento di questi ultimi è sostenibile nel tempo. Prendiamo ad esempio Nvidia: nell’ultimo anno le quotazioni del titolo in Borsa sono quadruplicate, ma gli utili sono cresciuti molto di più. Sulla base di questo ragionamento, attualmente l’azione non è costosa, anzi è più economica rispetto a un anno fa. L’esempio ci fa capire che guardare esclusivamente alla valutazione statica dei titoli societari potrebbe essere complicato e potrebbe farci incappare in alcune trappole di valore che potrebbero bloccare il nostro portafoglio per anni e farci sottoperformare il mercato azionario”.
3/7Giovanni Errico, CEO di Azimut Investments Limited & Group Global Head of Equities dichiara che in generale il gruppo “ha una visione positiva sul mercato azionario. Più nel dettaglio, i principali cambiamenti che ci sono stati all’interno del nostro portafoglio nell’ultimo anno e mezzo riguardano le preferenze sui Paesi: ad esempio, abbiamo sovrappesato sempre più il Messico. Nel 2023 quest’area ha ricevuto oltre 36 miliardi di dollari di investimenti dall’estero: si tratta di un grande numero. Inoltre, dal punto di vista della strategia, negli ultimi due-tre anni stiamo cercando di dare ai nostri clienti la possibilità di familiarizzare con diversi mercati: abbiamo lavorato molto per far conoscere il Messico agli investitori, perché alcuni di loro non avevano mai sentito parlare di cosa stesse accadendo in questo Paese. Nel complesso, stiamo cercando di aumentare la consapevolezza sui diversi prodotti”. Tornando alla composizione del portafoglio di investimento, Errico afferma poi che “il Giappone da due anni è un overweight e tale rimarrà per ora” e che il gruppo ha puntato anche “sulla Cina. Pechino, al momento, rappresenta una buona opportunità considerando che sta diventando un’economia basata sempre più sui consumi interni”.
4/7“Nel mercato azionario cinese si possono individuare delle azioni con buone valutazioni ma bisogna tenere presente che questi titoli potrebbero impiegare del tempo per recuperare valore”, afferma Paul Weber, head of Multi-Asset Fund Solutions di Amundi, aggiungendo che “in generale le A-share rappresentano un buon indicatore del sentiment presente in Cina”. Fatta questa precisazione, l’esperto passa a parlare più in generale degli investimenti azionari e spiega che “si dovrebbe sempre mantenere una certa esposizione all’equity nel proprio portafoglio. In passato, sottopesare le azioni si è dimostrato rischioso dal momento che, come si è visto, la crescita degli Stati Uniti si è mantenuta su buoni livelli e questo ha giustificato le valutazioni elevate della Borsa statunitense”. L’esperto conclude il suo discorso evidenziando che per la selezione degli investimenti preferisce “guardare al futuro cercando delle opportunità piuttosto che concentrarsi sulle performance passate. Inoltre, nel processo di asset allocation per individuare le azioni da acquistare, bisogna essere molto prudenti e selettivi”.
5/7Giorgio Carlino, head of Multi-Management di Mediolanum Asset Management Irish Operations, concorda con Paul Weber sul fatto che nell’attuale contesto di mercato, caratterizzato da elevata complessità, “non si possa rischiare di sottopesare alcune importanti asset class, indipendentemente da altri fattori, quali ad esempio le valutazioni elevate”. In questo scenario l’esperto pensa che all’interno della strategia di investimento “ci siano due elementi importanti più che mai, ovvero la costruzione del portafoglio e la gestione del rischio. Il risk management è ad oggi una componente fondamentale, probabilmente più importante che nel passato per ottenere una performance in linea con le aspettative”. Fatte queste considerazioni di carattere generale, l’esperto si concentra sul reddito fisso: “al momento penso che ci sia un consenso generalizzato sul fatto che si debba essere leggermente overweight sull’obbligazionario, in particolare quello Europeo”, sottolinea Carlino, precisando che “tuttavia questa parte del portafoglio potrebbe risultare quella con più alta volatilità”.
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Nell’ottica del risk management, la gestione attiva ricopre un ruolo molto importante. Ricollegandosi al discorso fatto da Giorgio Carlino, Francesco Figliomeni, head of Business Development di Decalia sottolinea che “soprattutto negli ultimi anni il contesto in cui si sono trovati a operare i gestori attivi è stato sicuramente difficile”. L’esperto evidenzia inoltre che “in alcuni mercati, come gli Stati Uniti, da ormai tanti anni la gestione attiva sta sottoperformando il mercato, un’evidenza che è stata dimostrata anche attraverso le ricerche”. Secondo i dati diffusi da S&P Dow Jones Indices (SPIVA – Standard & Poor’s Indices Versus Active) in America negli ultimi quindici anni l’87,98% dei fondi large cap a gestione attiva hanno performato peggio dell’S&P 500 mentre il 12,02% è andato meglio dell’indice. “Il contesto sfidante che si sono ritrovati ad affrontare i gestori attivi negli ultimi anni - spiega Figliomeni - è legato anche alla concentrazione degli investimenti” su un paniere ridotto di titoli: negli Usa il mercato si è focalizzato molto sui Magnifici sette, mentre in Europa sui Granolas.
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