Lee Manzi (Jupiter AM): “i bond convertibili creano un’allocazione equity conservativa”

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Il ritorno della volatilità e le aspettative di un aumento dei tassi di interesse hanno incrementato le preoccupazioni sui mercati finanziari, spostando l’interesse degli investitori verso prodotti differenti. Ne abbiamo parlato con Lee Manzi, gestore del fondo Jupiter Global Convertibles, con rating consistente Funds People, di Jupiter AM.

Lee Manzi ha spiegato che “negli ultimi anni l’iniezione di liquidità da parte delle banche centrali ha determinato una notevole espansione di prodotti come ETF, fondi risk-parity e fondi smart beta. Ma le cose stanno cambiando. Difatti, i più grandi timori oggi sono legati al fatto che continuano ad essere negoziati prodotti finanziari che sono stati costruiti sulla convizione che la volatilità sarebbe rimasta bassa per molto tempo. Tuttavia l’impatto di una riduzione della liquidità sui mercati si vedrà non tanto in termini di aumento dei tassi di interessi, quanto nelle possibilità di eseguire facilmente le varie transazioni”.

In un contesto macroeconomico di forte incertezza, investire in bond convertibili può rappresentare una buona opportunità per gli investitori più prudenti, ma che al tempo stesso desiderano rendimenti aggiustati per il rischio più attraenti. “In uno scenario in cui la normalizzazione delle politiche monetarie dovesse rimanere lenta e sostenere il mercato dell’equity ha più senso investire in bond convertibili, perché questi strumenti permettono un’esposizione al mercato azionario, seppur con un approccio più cauto, che definiamo un’allocazione equity conservativa, riducendo così i rischi di dowside. L’incremento della volatilità è a supporto delle valutazioni strutturali. Infatti il prezzo delle opzioni dipende dalla volatilità sul mercato, quindi per i convertibili questo è un fattore positivo nel processo di selezione. Un’altra caratteristica importante è che tipicamente le obbligazioni convertibili hanno duration bassa, quindi in uno scenario di aumento dei tassi di interesse, l’impatto negativo sarà minore (la duration media del fondo è di 1,8 circa)”, ha aggiunto.

Pertanto la filosofia di investimento del fondo è molto semplice: “Cerchiamo di sfruttare le caratteristiche migliori dei bond convertibili per conseguire i più alti rendimenti aggiustati per il rischio offerti dall’asset class. Inoltre puntiamo ad ottenere vantaggi in termini di risk adjusted return, quindi se il mercato sale, cerchiamo di trarne il maggior profitto possibile, in caso contrario, tentiamo di ridurne l’impatto negativo sul portafoglio. Anche la gestione del rischio è molto chiara: diversifichiamo il portafoglio (ci sono circa 120 titoli) e limitiamo le probabilità di default dei soggetti emittenti”, ha spiegato il gestore.

Lee Manzi, al momento, individua in Europa e Giappone le migliori opportunità di investimento, perché, a differenza degli USA, il ciclo economico non è ancora totalmente maturo. “Ci piace l’Europa perchè vi sono grandi società blue chip molto liquide e le valutazioni rimangono molto interessanti. D’altro canto, In Giappone l’Abenomics, caratterizzata da una forte crescita e una politica monetaria accomodante, consente ancora agli investitori di avere bond floor molto solidi, che incentivano l’investimento nei convertibili”, conclude Manzi.