L’intelligenza artificiale è sulla bocca di tutti, anche nel mondo della finanza. Ma di cosa parliamo, esattamente? “In estrema sintesi”, spiega Mirco Bongiovanni, responsabile Gestioni patrimoniali WM, Cherry Bank, “l’IA consiste in algoritmi basati su modelli matematici per la risoluzione di problemi. La maggior parte di questi ha più di 50 anni, ed è già stata utilizzata con successo in diversi contesti. Il vantaggio principale che possiamo riscontrare oggi, rispetto a qualche decennio fa, risiede sicuramente nel progresso della parte computazionale”. Cherry Bank è partita nel 2021 e sin dall’inizio ha fatto ricorso ad algoritmi di IA acquisiti dall’esterno, “anche perché in qualità di banca di recente costituzione, avevamo necessità di offrire soluzioni che fossero all’avanguardia, e non la riproposizione di altri modelli”, precisa Bongiovanni. Secondo il responsabile, l’IA non deve essere un semplice 'quant 2.0', perché ci sono già i fondi e le soluzioni quantitative, o anche i fondi passivi e semipassivi per le semplici questioni di performance. “E non è una soluzione plug and play, da prendere e applicare così com’è, ma va calata nella nostra realtà e adattata alle nostre esigenze”, conclude Bongiovanni.
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